Ci sono state delle ‘ombre russe’ dietro la crisi di governo che ha portato alle dimissioni del presidente del Consiglio Mario Draghi? A scriverne oggi è La Stampa in un articolo di Jacopo Iacoboni in cui si tirano in ballo due nomi già noti alle cronache.

Citando non meglio precisati “documenti dell’intelligence”, il quotidiano torinese riferisce dell’interessamento sulla strategia leghista sul governo di Oleg Kostyukov, funzionario dell’ambasciata russa in Italia. Quest’ultimo avrebbe chiesto ad un emissario del partito di Matteo Salvini verso la fine di maggio se i ministri della Lega fossero “intenzionati a rassegnare le dimissioni dal governo Draghi.

Kostyukov è un profilo discusso. Secondo La Stampa l’attuale “vicario dell’ufficio politico dell’ambasciata russa” sarebbe in realtà figlio di Igor Kostyukov, il capo del Gru, i servizi militari di Mosca, circostanza mai confermata dall’ambasciata di Mosca. È sempre Kostyukov l’uomo che comprerà materialmente i biglietti per il viaggio di Salvini a Mosca, poi annullato e frutto di giorni di polemiche feroci nelle scorse settimane.

L’emissario del Carroccio per La Stampa sarebbe invece Antonio Capuano, consigliere per i rapporti internazionali del leader della Lega ed ex deputato di Forza Italia, l’uomo che stava organizzando la “missione di pace” di Salvini a Mosca. “Il diplomatico, facendo trasparire il possibile interesse russo a destabilizzare gli equilibri del Governo italiano con questa operazione, avrebbe chiesto se i ministri della Lega fossero intenzionati a rassegnare le dimissioni dal Governo”, sarebbe il virgolettato riportato nei documenti dell’intelligence citati nell’articolo.

Anche le date sono importanti. Le conversazioni tra Kostyukov e Capuano avrebbero luogo tra il 27 e il 28 maggio scorso, a circa due mesi dalla fine dell’esecutivo. Il giorno prima, il 26 maggio, Draghi era impegnato in una telefonata con Vladimir Putin nel tentativo di sbloccare la partita della crisi del grano, colloquio da cui il premier uscirà con un amaro” non ho visto spiragli di pace”. Per La Stampa dunque “con una mano Putin parla con Draghi. Con l’altra mano, i funzionari russi si adoperano con la Lega, contro Draghi”.

E Iacoboni ricorda anche le parole pronunciate dal presidente del Consiglio nel suo ultimo discorso in Senato, quando sulla politica estera ricordò di aver “assistito a tentativi di indebolire il sostegno del governo verso l’Ucraina, di fiaccare la nostra opposizione al disegno del presidente Putin”.

Sospetti, quelli rilanciata dal quotidiano di Torino, definiti “fesserie” dallo steso Salvini. Il segretario della Lega. “Io ho lavorato e lavoro per la pace e per cercare di fermare questa maledetta guerra. Figurati se vado a parlare di ministri e viceministri, mi sembra la solita fantasia su cui c’è Putin, c’è il fascismo, il razzismo, il nazismo, il sovranismo. Non penso che Putin stia dietro al termovalorizzatore di Roma”, ha detto il leader del Carroccio parlando a Radio 24.

Salvini quindi ribadisce che l’Alleanza Atlantica non è in discussione, ma che vuole anche avere buoni rapporti con Putin: “La politica internazionale prescinde dai governi, siamo orgogliosamente alleati ai Paesi liberi occidentali democratici. Questo non significa non voler buoni rapporti con Putin. Quindi l’Alleanza atlantica non è in discussione“.

Ma a quella, scontata, di Salvini, è seguita anche una seconda smentita. È il sottosegretario con delega ai servizi segreti Franco Gabrielli a negare che sia stata l’intelligence italiana a diffondere le notizie sulle discussioni tra Capuano e l’ambasciata russa: “Le notizie apparse sul quotidiano La Stampa, circa l’attribuzione all’intelligence nazionale di asserite interlocuzioni tra l’Avvocato Capuano e rappresentanti dell’Ambasciata della Federazione Russa in Italia, per far cadere il Governo Draghi, sono prive di ogni fondamento come già riferito al Copasir, in occasione di analoghi articoli, apparsi nei mesi scorsi”.

A Gabrielli ha replicato il direttore de La Stampa, Massimo Giannini, difendendo il lavoro fatto dal suo quotidiano: “La Stampa conferma che i documenti visionati dal nostro giornale sono una sintesi informale del lavoro d’intelligence sulla vicenda, comunicati ai competenti livelli istituzionali”.

Ma le polemiche politiche sulla vicenda sono solo iniziate. Questa mattina il segretario del Partito Democratico Enrico Letta ha annunciato che interesserà del tema direttamente il Copasir e preparerà interrogazioni parlamentari. “La campagna elettorale inizia nel modo peggiore, con una grandissima macchia su questa vicenda. Vogliamo sapere se è stato Putin a far cadere il governo Draghi“, ha detto il segretario del Pd a margine dell’assemblea di Coldiretti.

Chiede l’interessamento del Copasir anche il presidente dei senatori di Italia Viva, Davide Faraone: “Il governo Draghi è caduto per irresponsabilità di tre forze politiche: M5s, Lega e Forza Italia. Sulle ingerenze esterne di altri Paesi e in questo caso della Russia ci sono prove concrete, basta vedere la campagna referendaria di Renzi e le ultime elezioni politiche attraverso l’ostruzionismo e le fake news“.

Diversa invece la reazione degli alleati di centrodestra. Per il vicepresidente di Forza Italia, Antono Tajani, si tratta di “una campagna denigratoria verso il centrodestra e questo è buon segno perché” significa che il “centrosinistra è in difficoltà”. Fratelli d’Italia invece appare più fredda e con il suo capogruppo alla Camera Francesco Lollobrigida dichiara: “Se ci imbarazza l’inchiesta sui legami tra Lega e Russia? Le questioni di carattere internazionale vanno chiarite e approfondite. Noi non siamo imbarazzati rispetto a nulla, l’Italia è dalla parte dell’Occidente. Noi siamo al fianco dei nostri alleati. Con i ‘se’ non si fanno cose serie. La richiesta di verificare è legittima“.

 

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Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia