Il gelo di Palazzo Chigi
Salvini e il viaggio a Mosca: “Non è certo, si va se serve ma non a nome del governo”
“Sono in Italia. Non ho certezze che ci andrò, ci stiamo lavorando. E si va se serve, certezze non ce ne sono. La richiesta di aprire i porti viene da più parti: bisogna insistere. Ci sono buone relazioni, rappresentiamo milioni di italiani”. Lo afferma il leader della Lega, Matteo Salvini, a Sabato Anch’io su Rai Radio Uno, commentando la notizia della sua volontà di partire per la Russia. “Per alcuni sarei già partito ieri. Non è un viaggio di piacere: si va se serve. Non vado a nome del governo, do il mio mattoncino”.
Alla notizia dell’ipotesi del viaggio a Mosca c’è sbigottimento nella politica. Si tratterebbe di una sua iniziativa personale di cui Palazzo Chigi non sapeva nulla. Il tutto avviene mentre Draghi è intento in delicati colloqui con Putin per sbloccare il grano nei porti e sondare le intenzioni per una pace che sembra ancora lontana, e con Zelensky cercando una via d’uscita a una crisi che da alimentare potrebbe diventare umanitaria.
“È una notizia che si commenta da sola”, rilevano con una punta di fastidio, sconcerto e persino d’ironia a Palazzo Chigi, riporta il Corriere della Sera. ” Salvini a Mosca non mi stupisce, va dove batte il cuore”, ha commentato Enrico Letta. Salvini ha subito risposto: “Da Letta battuta di dubbio gusto, non vado a giocare a bocce, a vedere il Milan. Perché iniziative strampalate? Parlare con i governi è una iniziativa strampalata? Si parla con i governi e le istituzioni”. E ancora: “Non sfido Draghi, semmai è un supporto. Mario Draghi ha chiamato Mosca, si è soffermato a lungo. E’ un ribadire, un aggiungere e rafforzare. Non mi sostituisco a niente e a nessuno”.
E insiste sulla sua iniziativa russa per cercare la pace in Ucraina: “Qualunque politico, di qualunque idea, di qualunque area culturale dovrebbe chiedersi: cosa posso fare io? Qualcuno preferisce il nulla, lo rispetto. In questo periodo -ha ricordato il leader del Carroccio- abbiamo tenuto aperti canali diplomatici con tutti, sono andato in ambasciata ucraina, turca, cinese, ho incontrato gli americani, ci sono contatti a livello europeo. È chiaro, che chi è che ha scatenato il conflitto? La Russia. A chi devo chiedere dei segnali di distensione? A chi ha cominciato il conflitto“.
Quanto ai possibili interlocutori in caso di viaggio, dice: “non voglio entrare nel merito -ha aggiunto Salvini- di qualcosa che si sta costruendo e magari non sarà, qualcuno che comunque può avere voce in capitolo sicuramente”. E per concludere cita un grande padre “della nostra Costituzione, Giorgio La Pira, che nel momento più critico della guerra fredda, ebbe il coraggio di andare a Mosca per parlare di pace”.
E il ministro della Difesa Lorenzo Guerini, oggi, bolla con un no comment l’iniziativa salviniana: “Non commento su viaggi improbabili”. Critiche sarcastiche da Andrea Marcucci del Pd “Salvini non faccia rimpatriate tra vecchi amici in Russia. Abbia a cuore almeno la credibilità internazionale dell’Italia”. E ci va giù pesante anche Carlo Calenda leader di Azione che sui social si rivolge direttamente al leader della Lega:” “‘Non ho certezze’. Ecco, Matteo Salvini allora piantala di dire c…te, perché’ la guerra è una cosa seria e drammatica. Quindi vai a baciare il caciocavallo, saluta le mucche sulla spiaggia e lascia lavorare gli adulti. Grazie”.
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