Tempi bui questi in cui per ascoltare un ragionamento politico, per sottrarsi alle odi alla potenza delle armi e ai proclami patriottici bisogna parlare con i generali. In questo caso si tratta del Generale di corpo d’armata Marco Bertolini, ex comandante del Comando operativo di vertice interforze (operazioni delle forze speciali), del reggimento d’assalto dei paracadutisti “Col Moschin”, della Brigata paracadutisti della Folgore.

Generale cosa sta succedendo? Il ministero della Difesa ucraino scrive: “il raggruppamento navale russo ha purtroppo il pieno controllo del Mar d’Azov, lo stretto di Kerch e ora stanno bloccando i nostri porti sul mar Nero”. Sarà mica che la guerra vera, quella sul campo, la stanno vincendo i russi?
Sì, sul terreno stanno vincendo loro. Mosca sta conseguendo gli obiettivi che aveva dichiarato all’inizio: il controllo delle due repubbliche del Donbass, la sovranità sulla Crimea e il collegamento terrestre tra Crimea e Donbass. Con la caduta di Mariupol le forze russe hanno un vantaggio strategico, non solo comunicativo e simbolico: possono utilizzare i loro uomini bloccati finora nell’assedio alle acciaierie e usarli per gli attacchi in Donbass. Il Mar nero è obiettivo strategico per la Russia. Non è una fissazione di Putin. Chiunque sia al potere in Russia non può accettare che la Crimea, dove c’è la flotta del Mar nero e il Mar nero stesso, non siano sotto controllo russo. La guerra per Mosca aveva come fine soprattutto la piena agibilità russa del Mar nero. Dal punto di vista della guerra sul terreno e dal punto di vista della potenza navale l’asso in mano ce l’ha Mosca. È evidente che militarmente stanno vincendo i russi. Il grande problema per loro è che una vittoria militare sul campo è una vittoria monca se non è politicamente riconosciuta come tale. La guerra potrebbe finire qui, domattina. Le vittorie militari devono tradursi in atti politici. Se nessuno vuole sedersi a trattare riconoscendole come tali, le vittorie militari sono vittorie mutilate. Se non si consente alla Russia di prendersi quel che s’è già presa sul campo, se non ci si siede con questa premessa a trattare, se il riconoscimento della sua vittoria non c’è e se si fa finta che la Russia stia perdendo – dicendo propagandisticamente che voleva prendersi tutta l’Ucraina, cosa che non ha mai detto e che non avrebbe avuto senso militarmente tentar di fare, che la Russia voleva prendersi Kiev, altra cosa che non ha mai detto, e che pensava le bastasse una guerra lampo per prendersi il Paese, non ha mai detto neanche questo – ci si dispone a non volere la pace, a continuare a combattere, fino a far dell’Ucraina un Afghanistan nel cuore di Europa. Per non dare a Mosca quel che già ha.

L’Ucraina può sconfiggere la Russia?
Ma no! Non può, a meno che il confronto non diventi chiaramente tra la Nato affiancata all’Ucraina e la Russia. E a quel punto non è che perderebbe la Russia, perderemmo tutti quanti perché le conseguenze sarebbero impossibili da gestire, le tante possibilità di escalation uscirebbero dalla portata del controllo di chiunque. Ed è questo quello a cui si va incontro se non si fa quel che anche Henry Kissinger a Davos ha chiesto di fare: bisogna offrire alla Russia quel che già s’è presa militarmente, altrimenti non ha ragioni per trattare. Se ci si alza e si girano le spalle quando parla il ministro degli Esteri di Putin, com’è disgraziatamente già successo, vuol dire che non si vuole la pace, questo è quello che hanno mostrato l’Europa e anche le Nazioni unite. Durante la guerra si devono moltiplicare i contatti, non si devono girare le spalle. Se non c’è il tavolo su cui fare uno scambio salta tutto. Se succederà ci sarà una guerra inestinguibile che durerà per anni e anni, con una parte dell’Ucraina controllata dai russi, e un’altra parte sotto il controllo delle forze occidentali che proteggono e armano il governo ucraino.

Perché la Moldavia s’è precipitata a dire “non vogliamo nulla grazie” a Boris Johnson che le offriva aiuti militari? Teme di finire come l’Ucraina?
Le offerte degli inglesi sono sempre pelose, il premier inglese Johnson ha mostrato ripetutamente di essere il più bellicoso. La Moldavia deve stare molto attenta perché ha una componente russa non solo in Transnistria, lì ci sono anche truppe russe, poche. Ma i russi sono anche altrove. La Moldavia è un piccolo vaso di coccio tra vasi di ferro. Ci mancherebbe che la riempissero di armi, finirebbe schiacciata.

Ma da Odessa alla Moldavia la strada è breve.
La Russia al principio, secondo me, non aveva intenzione di prendere Odessa e di distruggerla. L’impresa di occuparla, oltretutto, sarebbe molto difficile, molto più di Mariupol. Aver preso la striscia di terra tra Crimea e Donbass consente a Mosca di avere il Mare d’Azov. Una merce di scambio per dire: ci siamo presi nel 2014 la Crimea, ora ci siamo presi il Donbass e questa striscia di terra che congiunge la Crimea al Donbass. Vi lasciamo Odessa così mantenete uno sbocco al mare. Se però non si arriva al negoziato subito salta tutto.

Le armi inviate all’Ucraina dall’Occidente sono armi che una resistenza popolare è in grado di usare?
La resistenza popolare non esiste. Lì chi ha resistito è l’esercito ucraino con le armi che sono state date dall’Occidente.

E chi ha insegnato come si usano ai soldati ucraini che non le avevano mai viste prima? Ci sono istruttori occidentali presenti sul terreno sotto mentite spoglie?
Non lo si può provare quindi non lo si può dire. È una possibilità, è un’ipotesi, ma non saprei affermarlo con certezza perché non ci sono riscontri.

Quale funzione hanno gli incrociatori russi nel Mediterraneo?
Al momento c’è una presenza di navi russe che non c’era durante la Guerra fredda tranne nei momenti di più alta tensione. Sono lì per una forma di deterrenza. Stanno a dire: attenzione a cosa fate nei confronti della Russia perché la Russia è in condizione di operare. C’è un’altra ragione: ora gli stretti sono chiusi all’ingresso di navi militari dal Mediterraneo. Ammassarle lì consente di tenerle pronte ad intervenire e utilizzarle nel caso in cui la situazione dovesse cambiare in maniera radicale. Ma io credo che la ragione della loro presenza sia rimarcare il fatto che i russi ci sono, che possono fare male. Il Mediterraneo e l’Europa non sono l‘obiettivo, ma sono la vera ragione di fondo dell’invasione . La Russia non può accettare di essere esclusa dal Mediterraneo perché le portano via il Mar Nero e la flotta del Mar Nero che sta a Sebastopoli in Crimea. E non può accettare di essere esclusa dall’Europa. Sento parlare dei confini dell’Europa come se i confini dell’Europa fossero in Ucraina. No, i confini dell’Europa sono gli Urali. La Russia è in Europa.

Se le forze armate russe sono un esercito malmesso, male armato e mandato allo sbaraglio come hanno fatto a prendersi Mar d’Azov e Mar nero in tre mesi?
Noi siamo oggetto di una propaganda che ci dice che i russi sono cattivi e quindi facciamo bene a combatterli e che sono incapaci e quindi possono essere sconfitti. E ci arrivano informazioni da un parte sola, quella ucraina. Zelensky si è messo in maglietta verde e ha parlato a tutti i parlamenti europei, cosa che non ha fatto Putin. Vengono dati i numeri sulle perdite russe, pare che gli ucraini abbiano solo civili morti. La propaganda ci dice che i russi sono cattivi e quindi è giusto che noi li combattiamo. E che i russi sono incapaci perché non sono riusciti a conquistare Kiev, perché non son riusciti a conquistare tutta l’Ucraina con una blitzkrieg. E poi si viene a scoprire che hanno preso Mariupol, su terreno le loro unità si sono consolidate su posizioni abbastanza forti, i porti del Mar Nero li stanno controllando. Scopriamo che sul campo i loro obiettivi tattici li hanno conseguiti. Hanno avuto molte perdite, Non so se sono veri i numeri che si sono ascoltati, ma mi sembrano eccessivi.

Come può tecnicamente precipitare la situazione militare nel Mar cinese del sud?
Le tensioni nel Mar cinese ci confermano che quello che sta avvenendo in Ucraina è un tassello di uno sconvolgimento globale. Gli Stati uniti che sono pesantemente coinvolti in Ucraina sono impegnati anche a Taiwan e per la Cina Taiwan è territorio cinese. La Cina non mi pare intenzionata ad agire subito. Gli Stati uniti potrebbero riempire l’isola di truppe americane, già ce ne son tante in Corea: sarebbe una guerra aeronavale invece che terrestre. In Ucraina è in corso una guerra terrestre dove l’aeronautica arriva in supporto alle forze di terra. Ma a me più della Cina preoccupa il Baltico. La stessa situazione che i russi hanno cercato di evitare nel Mar Nero si sta riproponendo nel Mar Baltico. I russi hanno fatto questa guerra per salvare la loro posizione nel Mar Nero. Al momento la situazione nel Mar Baltico è simile. I russi sono solo a San Pietroburgo e a Kaliningrad. E possono contare sul fatto che Svezia e Finlandia, essendo neutrali, consentono loro una certa libertà di movimento nel Mar Baltico che non avrebbero più se i due Paesi passassero nella Nato. Nella Nato ci sono già i Paesi Baltici, la Polonia, la Germania e la Danimarca. Kaliningrad e San Pietroburgo sarebbero molto più che accerchiate. Sarebbero incapsulate nel territorio di un’alleanza militare, la Nato, che loro percepiscono come ostile. Questo sarebbe molto pericoloso anche per noi che non siamo così distanti.

Il famoso missile che parte dal Kaliningrad e ci colpisce?
A Kaliningrad i russi hanno schierato già da anni missili da quando gli americani hanno schierato in Romania e in Polonia dei sistemi missilistici con la scusa di prevenire eventuali attacchi dall’Iraq, rischio che non c’era. Ma non c’è bisogno di Kaliningrad, ci possono facilmente colpire facendoli partire dall’interno dei confini della Russia.