I risultati delle recenti elezioni in Germania e l’assetto del futuro governo di Friederich Merz è il tema su cui si sono confrontati il Direttore Claudio Velardi, l’attivista per i diritti ed ex deputata del PD Anna Maria Concia, il Deputato di Noi Moderati Pino Bacchielli, in Commissione difesa, lo scrittore italotedesco Alexander Privitera e il bocconiano ventiduenne Antonio Carapella, caporedattore della rivista Alef.

Apre la diretta Antonio Carapella, facendo un quadro sulla decisione di indire queste elezioni anticipate, che sarebbe stata dettata da fattori sia esterni che interni: dall’elezione di Trump alla guerra in Ucraina per arrivare alla contrattazione del PIL del 0,2% o il crescente dibattito politiche migratorie e ambientali. Sulla polarizzazione della Germania, quasi perfettamente divisa a metà tra i votanti dichiara: «Si vede questo grande divario tra Est e Ovest. Est in mano quasi interamente all’AFD e tutto l’Ovest in mano, quasi interamente a quello che è rimasto sostanzialmente dei Verdi, appunto della CDU. Si vede su praticamente tutti gli indicatori sociali ed economici tedeschi un divario fortissimo, e in realtà soprattutto a livello politico si è espresso molto fortemente negli ultimi anni mentre prima della nostalgia in certe fasce della popolazione che hanno subito, magari una perdita di sicurezza dopo la caduta della Repubblica Democratica tedesca».

Prende la parola Anna Paola Concia, vincitrice del premio Riformista dell’anno e residente a Francoforte, la quale spiega subito che l’idea è quella di fare il governo tra CDU e SPD, tuttavia il problema all’interno del partito si fa sentire: «L’SPD deve decidere se tornare a governare con tutti i suoi problemi interni, oppure lasciare la Germania in mano all’AFD.» E dice la sua su Friederich Merz: «Non ha mai governato niente, è stato Parlamentare e Presidente di un fondo, ma non ha esperienza a livello di governo. È la sua occasione di dimostrare al mondo che sarà un grande cancelliere e, se sarà lui colui che tirerà fuori la Germania dalle secche, tanto di cappello. Da residente in Germania, faccio il tifo per lui per quanto vedo già un inizio un po’ maldestro».

Sulla maldestria di Merz è d’accordo Alexander Privitera: «Ieri l’ipotesi di Merz era quella di convocare l’attuale Parlamento, per modificare la Schuldenbremse. Oggi si è rimangiato praticamente tutto. Adesso lui vorrebbe forse convocare il Parlamento ma non più per modificare la Schuldenbremse, quanto piuttosto per instaurare questo fondo speciale, questo veicolo di investimento speciale che ha anch’esso la necessità di essere supportato da due terzi del Parlamento, per avere una maggioranza a prova di corte costituzionale. Per cui sono due cose distinte perché l’allentamento della Schuldenbremse finirebbe per colpire tutta una serie di possibili investimenti e, dato che la sua anima è fondamentalmente ordoliberale e austera, avrebbe difficoltà a fare una cosa del genere mentre invece creando un veicolo speciale, che si concentri solamente sulle spese militari, il tutto potrebbe essere un pochino più appetibile. Solo per dire che già adesso, cominciamo a vedere che ci sono difficoltà a tenere la barra dritta nella direzione nella quale lui vorrebbe portare la nave».

Torna sulla questione del voto, approfondendola Pino Bicchielli: «La partecipazione al voto in Germania è stata altissima registrando un +15%, e la maggioranza sono andati all’Afd. Chi non aveva votato prima, vota ora». Il CDU comunque mantiene il suo consenso e continua a essere un punto di riferimento, e non può e non deve allearsi con l’AFD, in questo momento in cui in Europa soffriamo una crisi di carattere geopolitico militare fortissima. Ci dobbiamo adeguare, soprattutto in vista delle future guerre sempre più tecnologiche, ma anche aggiornarci su politica commerciale e industriale, o saremo sempre ancillari rispetto ad altri Stati. Era lontano dalla nostra idea parlare di queste cose ma la questione dei confini è reale, e bisogna essere preparati».

Il Direttore Claudio Velardi, che non si dice particolarmente preoccupato dell’affluenza al voto: «Io non la faccio così tragica quando vedo che poca gente va a votare, perché penso molto semplicemente che la gente non va alle urne quando non trova il voto interessante, ma in caso contrario » pone piuttosto l’accento sulla questione della difficile posizione della SPD in caso di coalizione e sulla crisi della sinistra: «Il dato di fondo è questo qua, cioè le forze antisistema mandano in una crisi nera la sinistra. La SPD è in una posizione difficilissima, dove è costretta tra la scelta di ingoiare il rospo e far parte di un governo, pur avendo perso o rifiutare la sfida. È comunque un’illusione, immaginare che una sinistra che ha subito questo crollo terribile possa pensare di rigenerarsi dall’opposizione è una mera illusione e questo vale per tutte quante le forze politiche».

Marianna de' Micheli

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