Altri due nuovi positivi a Poggioreale, dove sono stati effettuati dall’inizio di ottobre 842 tamponi a detenuti e dipendenti della struttura, fra agenti della polizia penitenziaria e personale sanitario. I due nuovi detenuti contagiati si aggiungono all’elenco dei cinque reclusi con il Covid dei giorni scorsi: erano nel padiglione Firenze e ora sono in isolamento, sono asintomatici e tenuti sotto controllo. Altri due positivi si erano registrati nei giorni scorsi nel carcere di Secondigliano, uno dei quali è ricoverato nel reparto Covid dell’ospedale Cardarelli. Sono questi gli ultimi dati sull’andamento dei contagi che arrivano dal mondo dietro le sbarre e che spingono i garanti della Campania a scrivere ai capi di Procure e Tribunali di Sorveglianza del distretto affinché siano adottate al più presto misure adeguate a fronteggiare l’ondata Covid in carcere.

«Il sovraffollamento negli istituti campani, il rischio di contagio, i numeri (più di 20 contagiati tra agenti di polizia penitenzia, operatori socio-sanitari e dirigenti, più una decina di detenuti) hanno indotto me come garante regionale delle persone private della libertà – sottolinea Samuele Ciambriello – e i colleghi territoriali, Pietro Ioia (Napoli), Carlo Mele (Avellino) ed Emanuela Belcuore (Caserta) a scrivere a Procure e magistrati di sorveglianza per confermare e rafforzare le misure già adottate nella prima fase della pandemia». La situazione preoccupa i garanti. I timori vissuti in questi giorni nel mondo fuori dal carcere sono gli stessi anche tra chi vive e lavora all’interno degli istituti di pena. «Speriamo – aggiunge Ciambriello – che non ci sia cattiva informazione o strillate opinioni che coniugano populismo penale e populismo politico». È il momento delle scelte efficaci, delle soluzioni concrete. Per questo il garante della Campania, assieme ai garanti territoriali, ha deciso di scrivere al procuratore di Napoli Giovanni Melillo, ai procuratori di Santa Maria Capua Vetere Maria Antonietta Troncone, di Benevento Giuseppe Maddalena e di Salerno Giuseppe Borrelli, e alle presidenti del Tribunale di Sorveglianza di Napoli Adriana Pangia e di Salerno Monica Amirante, per invocare «attenzione».

«Scriviamo per richiamare la vostra attenzione sulla particolare situazione in cui versa la popolazione detenuta in un momento di forte fibrillazione dovuto all’emergenza sanitaria da Covid, ulteriormente aggravato dall’esplodere delle tensioni sociali». Si parte dall’aggravamento dei contagi in Campania. «Nelle carceri – scrivono i garanti campani – crescono il sovraffollamento e i contagi. Gli spazi minimi nelle carceri limitano fortemente l’applicazione dei protocolli sanitari. I posti riservati ai detenuti in ospedali come il Cotugno sono stati occupati. Le direzioni delle carceri e quelle sanitarie stanno contenendo e limitando il rischio negli istituti, ma questo straordinario lavoro rischia di essere vanificato», sottolineano i garanti nel loro grido di allarme rivolto ai capi degli uffici giudiziari.

«Le prossime settimane – aggiungono – saranno insidiose e per questo riteniamo fondamentale la massima collaborazione tra tutti gli attori del mondo penitenziario, e più in generale della Giustizia». Di qui la richiesta: «Chiediamo che vengano immediatamente riprese e rafforzate le misure per la gestione penitenziaria già elaborate nella prima fase della pandemia, con particolare riferimento ai detenuti anziani e malati e a quelli che devono scontare pene minime sotto i due anni». I garanti, condividendo la richiesta avanzata anche dai penalisti di Napoli, chiedono ai capi degli uffici giudiziari di ridurre l’ingresso dei nuovi giunti sulla base dei criteri elaborati dal procuratore generale della Cassazione il primo aprile scorso, di fare in modo che la reclusione in carcere sia davvero l’extrema ratio preferendo per tutti gli altri casi le misure alternative alla detenzione previste dalle leggi in vigore, di evitare che i detenuti in regime di semilibertà facciano rientro in carcere nelle ore notturne lasciando che pernottino nelle proprie abitazioni fino alla fine della pandemia. «Le leggi non sono macchine, che una volta messe in moto vanno avanti da sé. né pezzi di carta, che non si muovono se li lasciamo cadere – concludono i garanti – A volte i ritardi delle decisioni sono causa di ansia, angoscia e sofferenza fisica».

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Napoletana, laureata in Economia e con un master in Marketing e Comunicazione, è giornalista professionista dal 2007. Per Il Riformista si occupa di giustizia ed economia. Esperta di cronaca nera e giudiziaria ha lavorato nella redazione del quotidiano Cronache di Napoli per poi collaborare con testate nazionali (Il Mattino, Il Sole 24 Ore) e agenzie di stampa (TMNews, Askanews).