Il 6 novembre scorso la Commissione europea ha rilasciato una dichiarazione netta sull’aumento di episodi di antisemitismo in tutto il continente. Nella nota si legge che tali episodi hanno “raggiunto un livello altissimo e gli ebrei europei vivono nuovamente nella paura”. L’odio verso gli ebrei è riesploso in maniera violenta già all’indomani dell’attentato terroristico del 7 ottobre scorso.

Gli episodi

In Francia sono stati registrati circa 875 atti di antisemitismo, culminati nella notte tra il 31 ottobre e il 1° novembre, quando a Parigi, sono comparse circa 60 stelle di David affisse sui muri di case e attività commerciali per segnalare la presenza di ebrei. A Lione il 5 novembre, nel quartiere Montluc, una donna di fede ebraica è stata accoltellata da uno sconosciuto che prima di fuggire ha inciso sulla porta dell’appartamento della donna una svastica.

In Austria il segretario generale della comunità ebraica viennese, Benjamin Nägele, ha denunciato deliberati atti di molesti ai danni di studenti ebrei. Ancora più raccapricciante, appare, la scritta comparsa sul muro di una sinagoga di Bruxelles “sappiamo che siete qui”, dopo una manifestazione pro-Palestina, tenutasi nella capitale belga.

In Germania Thomas Haldenwang, direttore dell’intelligence interna, ha lanciato un preoccupante allarme sul crescente numero di reati a sfondo antisemita verificatisi in Germania dopo il 7 ottobre; l’episodio più eclatante si è verificato a Berlino il 18 ottobre, nel quartiere Mitte, dove sono state lanciate due bombe Molotov contro una Sinagoga.

In Italia alcune delle numerose manifestazioni a favore della causa palestinese, si sono trasformate in un’onda irrefrenabile di antisemitismo; in più di un’occasione le piazze pro-Palestina hanno intonato slogan di chiaro odio razziale contro gli ebrei.

Gli anni più bui

Se tutti questi episodi sembrano far ritornare le lancette della storia indietro, agli anni più bui dell’Europa, quando nella Germania nazista, durante la notte tra il 9 e il 10 di novembre, ricordata come “la notte dei cristalli”, si diede avvio ad un’ondata di violenza inaudita contro gli ebrei tedeschi, devastando gran parte delle loro attività commerciali; in verità gli orrori generati dall’antisemitismo nazista sono solo la punta dell’iceberg di un odio razziale verso gli ebrei che in Europa ha sempre trovato terreno fertile. Già nel XVI secolo Filippo II di Spagna, nell’intento di assolutizzare lo Stato, impose come unica confessione quella cattolica e si aprì una persecuzione senza quartiere a tutti gli ebrei presenti nel regno. In verità avvenne una vera e propria persecuzione di carattere razziale, si iniziò a perseguitare gli ebrei in quanto tali.

Il vero danno all’economia

Tutto ciò comportò un contraccolpo all’economia del regno spagnolo; infatti, gli ebrei spagnoli avevano una certa attitudine alla manifattura e alla finanza. L’elemento economico è stato da sempre elemento di discriminazione per gli ebrei; Carlo Cattaneo nel suo saggio sulle interdizioni israelitiche del 1835, sottolinea come agli ebrei italiani furono proibite, per via del pregiudizio, un’infinità di professioni, costringendoli a dedicarsi al prestito ed al bratto; pratiche considerate diaboliche. Cattaneo sottolinea che il vero danno all’economia fu causato dall’aver interdetto gli ebrei dall’acquisto della proprietà fondiaria, così da impedire l’afflusso di ingenti ricchezze nel settore agricolo che risultava essere un’attività centrale per l’economia italiana.

La storia dell’antisemitismo e delle interdizioni mostra come il pregiudizio nei confronti degli ebrei ha sempre fatto arretrare la civiltà europea sul versante dei diritti fondamentali e sul versante economico. Lezione, questa, che dovrebbe essere compresa dalle sinistre massimaliste europee, che legate ancora a visioni della società pauperiste e post-marxiste, cercano di nascondere il loro antisemitismo, alimentato dall’elemento economico, dietro la bandiera della causa palestinese.

Rosario Scognamiglio

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