Per tutta la notte l’intervento dei vigili del fuoco, si temono i crolli
Incendio Milano, aperto fascicolo per disastro colposo: “In 30 minuti ho perso tutto”

Il giorno dopo il vasto incendio divampato intorno alle 17.45 in un palazzo di 20 piani a Milano, i Vigili del Fuoco sono ancora all’opera per spegnere le ultime piccole fiamme rimaste e ispezionare tutto l’edificio e metterlo in sicurezza. L’incendio che ha interessato due civici, il numero 32 e il numero 34 di Via Antonini, periferia sud della città, dove abitano circa 70 famiglie è partito dal 15esimo piano.
Se ne è accorto un ragazzo che sentendo la puzza di fumo si è affacciato, ha visto le fiamme ed è corso giù per le scale bussando all’impazzata a tutte le porte. Giusto in tempo per riuscire a far scappare tutti. “Mi sono accorta che cadeva roba dall’alto – ha raccontato una signora che abita al quarto piano al Corriere della Sera – È arrivata la polizia e siamo scesi a piedi. Mi è morta la gattina. Non immaginavo che una torre così prendesse fuoco in mezz’ora. Sembrava di cartapesta, bruciava come una torcia. Ci abitavo da nove anni. Ho perso tutto, le mie cose, le foto, i ricordi, i regali, i miei sacrifici. Dovrò pure fare la carta d’identità. Mi è rimasto il cellulare, e ho le chiavi di casa, se serviranno a qualcosa”.
In meno di 15 minuti tutto l’edificio, Torre dei Moro, era un’enorme torcia di fuoco. Una nuvola di fumo si alza in cielo, visibile da tutta la provincia di Milano, e sotto, sulle auto parcheggiate, sulle aiuole e nei cortili delle case vicine, precipitano vetrate, cemento e pezzi di rivestimento incandescenti come lapilli di un vulcano. Per fortuna sono salvi i 30 inquilini presenti su settanta. Gli altri erano ancora fuori per le ferie. Ora si temono i crolli: le alte temperature potrebbero aver minato la tenuta della gabbia esterna di metallo.
Ieri sere gli abitanti di quella palazzina sono andati a dormire da familiari e amici. Qualcuno è stato ospitato in alberghi grazie all’intervento della Protezione Civile. In tanti hanno aspettato seduti intorno alle aiuole sotto al palazzo per capire se qualcosa delle loro vite quotidiane poteva essere salvato dalle fiamme. “Ero sul balcone ad annaffiare piante. Mi tremavano le gambe. Sono scesa. Dalla strada vedevo la facciata che bruciava come un fiammifero”, racconta un’altra signora. Non hanno vicini di casa deceduti o dispersi, ma immaginano come sarebbe potuta finire: “Se eravamo a letto a dormire, crepavamo tutti”.
Il procuratore aggiunto Tiziana Siciliano e il pm Pasquale Addesso hanno aperto un fascicolo per disastro colposo. Non ci sono solo da capire le cause, ma soprattutto perché il fuoco si sia propagato così rapidamente. L’innesco potrebbe essere un corto circuito in un appartamento, ma il materiale di rivestimento della torre ha trasformato il grattacielo in una torcia. Sotto la lente ora progetti, materiali e le tecniche per l’esecuzione dei lavori. Per gli abitanti resta la rabbia: “Ci avevano detto che i pannelli che ricoprivano il palazzo erano ignifughi, invece si sono sciolti come burro. Ricordo perfettamente: ci avevano assicurato che i pannelli fossero resistenti al fuoco”, dice un’altra donna.
E la tragedia di Milano ricorda un altro drammatico evento: l’incendio della Grenfell Tower di Londra divampato nella notte del 14 giugno 2017. In quella occasione morirono 72 persone sorprese nella notte dalle fiamme. Quel disastro scoppiò perché l’impresa che aveva ristrutturato il grattacielo fece passare i pannelli usati come anti incendio. E invece bruciò tutto come è successo a Milano dove però la tempistica fortuita ha evitato i morti. Ora bisognerà aspettare l’esito delle indagini per capire cosa sia successo in quell’ultima domenica di agosto a Milano.
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