La rivelazione
L’inchiesta del Wsj: l’uccisione di Prigozhin è stata organizzata dal braccio destro di Putin, il presidente sapeva
Evgenij Prigozhin, l’ex leader del gruppo Wagner, è stato ucciso dopo l’ordine di Nikolai Patrushev, il “più antico alleato e confidente del presidente russo Vladimir Putin“. È il succo dell’inchiesta del Wall Street Journal che cita funzionari dell’intelligence occidentale e un ex ufficiale dei servizi russi.
Prigozhin, l’inchiesta del Wall Street Journal
Secondo il quotidiano statunitense, il piano per uccidere Prigozhin è stato affinato e portato avanti a lungo da Patrushev. Proprio il segretario del Consiglio di Sicurezza nazionale russo avrebbe messo in guardia il presidente russo dal potere accumulato di Prigozhin. Il suo legame con i mercenari della Wagner, i suoi ricavi in Africa, la personalità che stava crescendo in Russia grazie al ruolo del gruppo paramilitare nella guerra in Ucraina. Proprio nel contesto del conflitto in corso, Prigozhin aveva mosso accuse pesanti nei confronti delle istituzioni di Mosca, in particolare al ministero della Difesa, per alcune scelte belliche.
Il Wsj ha ricostruito il rapporto tra Patrushev e Putin, ricordando come sia stato proprio il presidente russo a promuoverlo da direttore del Servizio federale di sicurezza all’attuale ruolo. “Il carattere di Patrushev, la sua vicinanza a Putin e il suo ruolo di capo dei servizi di sicurezza per più di due decenni lo hanno reso la seconda persona più potente in Russia” dice il giornale.
La morte di Prigozhin
Dopo il tentato ammutinamento del gruppo Wagner, con l’ex cuoco di Putin in testa, avvenuto nel giugno 2023 quando i mercenari hanno iniziato una marcia verso Mosca poi fermata a pochi chilometri di distanza dalla capitale, Patrushev ha iniziato a preparare il piano. Il cui compimento si è verificato dopo un paio di mesi. Secondo i funzionari dell’intelligence americana, Putin, messo a conoscenza del progetto di uccisione, non avrebbe avuto da ridire.
Era il 23 agosto scorso quando Prigozhin, insieme ad altri dieci fedelissimi, morì a causa dell’esplosione dell’aereo su cui viaggiava. Fin da subito è apparso chiaro che l’incidente non era un incidente, ma un attentato mirato, causato da una bomba piazzata sotto una delle due ali del velivolo.
Le dichiarazioni di Peskov
“Sfortunatamente, al Wall Street Journal piace produrre storie pulp” è stato il commento del portavoce del Cremlino Dmitri Peskov, in merito all’inchiesta del giornale statunitense. A riportarlo è stata l’agenzia Interfax. “Abbiamo visto questo materiale, ma non vorremmo commentarlo. È improbabile che tali materiali possano essere commentati” ha aggiunto Peskov.
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