Se per circa due anni l’unica preoccupazione è stata il Covid, a novembre si è ufficialmente aperta la stagione dell’influenza. Un consueto appuntamento con i malanni stagionali che dopo le restrizioni, il distanziamento e le mascherine si è presentato prima e con una violenza maggiore. Non più un solo virus, il Covid, ma tanti virus influenzali, tra cui il sinciziale che colpiscono le vie respiratorie e stanno portando a letto migliaia di italiani. Secondo gli scienziati a rendere l’esordio dell’influenza stagionale più contagioso è il sistema immunitario che negli anni in cui le persone sono state costrette al distanziamento, alle mascherine e a evitare occasioni di ritrovo con più persone, si è ritrovato meno allenato a fronteggiare le infezioni. Complici in questa situazione anche le temperature che si sono bruscamente e improvvisamente abbassate. E così in tanti si stanno ammalando, non più solo di Covid ma anche della tradizionale influenza stagionale.

Non a caso il monitoraggio dell’istituto Superiore di Sanità, InfluNet, mostra una stagione molto più attiva rispetto a quella del 2020. Il bollettino di venerdì scorso riportavano 9,5 casi ogni mille assistiti (la settimana prima erano 6,9). Fra i bambini al di sotto dei 5 anni l’incidenza è a 29,6 (era a 22,7). I contagi degli ultimi 7 giorni sono stati 506.200. Il totale dall’inizio della stagione è di 1,8 milioni.

“Dopo due anni la stagione è partita in modo più intenso e anticipato. Siamo già in piena epidemia, nonostante il clima sia rimasto sempre mite”, ha detto a Repubblica Susanna Esposito, docente di pediatria all’università di Parma e responsabile del tavolo tecnico su malattie infettive e vaccinazioni della Sip, Società Italiana di Pediatria. La dottoressa sottolinea le difficoltà soprattutto per i bambini: “L’influenza quest’anno si manifesta con febbre anche molto alta, a volte accompagnata da vomito e difficoltà respiratorie. Notiamo più fenomeni di convulsioni, legate alla temperatura molto alta. In caso di sintomi gravi è consigliabile rivolgersi al pediatra piuttosto che affollare i pronto soccorso” consiglia Esposito. “Ci aspettavamo una stagione più intensa del passato, perché l’inverno dell’emisfero australe, che precorre il nostro, ha visto circolare molto il virus”.

Esposito raccomanda le vaccinazioni contro l’influenza: “Il Ministero offre la vaccinazione attiva e gratuita ai bambini tra sei mesi e sei anni, ma anche per gli altri è consigliato per evitare malattia, farmaci e antibiotici”, ha detto. Considerato l’imminente calo di temperature, bisognerà aspettarsi anche un nuovo picco. E per questo motivo non bisogna aspettare molto per immunizzarsi: “Il vaccino impiega 10-15 giorni per essere efficace” spiega Esposito. Nei bambini al di sotto dei 9 anni che non sono mai stati vaccinati prima occorrono due dosi a 4 settimane di distanza. Il picco dell’influenza di tipo A è già arrivato, ma nella seconda parte della stagione ci aspettiamo anche un secondo virus di tipo B. Il vaccino somministrato è di tipo quadrivalente e copre entrambi”. I sintomi di Covid e influenza sono simili, solo il tampone può dare risposte certe se si è in presenza dell’uno o dell’altro.

“Il Covid? Ora in Lombardia siamo più preoccupati per l’influenza”, ha detto Guido Bertolaso, assessore regionale al Welfare della regione. In passato il picco influenzale era atteso tra dicembre e gennaio, quest’anno anche nella regione è già giudicato “ad alta intensità”. Ma l’Italia non è l’unica a stare affrontando il picco dell’influenza e a correre ai ripari. In Francia diverse accademie e società mediche hanno chiesto al governo di ristabilire l’obbligo di mascherine nei luoghi pubblici affollati, non più per combattere il Covid, ma contro l’influenza stagionale.

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Laureata in Filosofia, classe 1990, è appassionata di politica e tecnologia. È innamorata di Napoli di cui cerca di raccontare le mille sfaccettature, raccontando le storie delle persone, cercando di rimanere distante dagli stereotipi.