Non si ferma la politica Zero Covid imposta ai cittadini cinesi da Pechino. Il leitmotiv del Dragone rimane la sicurezza del cittadino ma soprattutto l’impatto che i nuovi contagi potrebbero avere “sulla crescita economica del Paese“. E così la Cina torna in lockdown per via dell’impennata di casi Covid, nonostante i numeri si mantengano relativamente bassi. Si parla di 31mila nuovi casi a fronte di una popolazione che conta 1,4 miliardi di persone.

Eppure, per Pechino,  il dato è preoccupante, soprattutto perché il numero dei contagi (precisamente 31.444) è il più alto da quando è esplosa l’epidemia a Whuan. L’idea di Xi Jinping rimane quella di eliminare definitivamente il coronavirus dal territorio nazionale isolando ogni contagiato, portando avanti la politica della “tolleranza zero”, sia pure nella versione dinamica, basata su lockdown, test di massa e quarantena, in contrapposizione con la linea adottata nel resto del mondo dove – vista anche l’efficacia dei vaccini e la minor aggressività del virus dopo tre anni di pandemia – si è optato per una politica diversa.

Nonostante dall’Oms siano già arrivate diverse sollecitazioni in merito all’inattuabilità della politica Zero Covid – “non è sostenibile“, ha dichiarato il direttore dell’Organizzazione mondiale della sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus – diverse città in Cina sono già in lockdown.

Ad esempio a Zhengzhou, capoluogo dell’Henan, è stato ordinato il lockdown in diversi distretti, per riportare sotto controllo i focolai di Covid-19 all’origine delle violenti proteste di martedì notte presso il mega impianto della Foxconn, la “iPhone City” che assembla il 70% dei cellulari della Apple.

I residenti del centro di Zhengzhou non possono lasciare l’area a meno che non abbiano un tampone negativo e il permesso delle autorità locali, il cui consiglio è di “non lasciare le proprie case se non strettamente necessario“. Secondo la Commissione sanitaria nazionale, l’Henan ha registrato mercoledì quasi 700 nuovi contagi.

Redazione

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