Affermazioni che sono accettabili da un conclamato No Vax che si “informa” sui siti complottisti in rete, di certo non da un membro del governo. Sono quelle pronunciate lunedì sera nel corso del programma di Rai2 ‘Restart- L’Italia ricomincia da te’ da Marcello Gemmato, deputato di Fratelli d’Italia ma soprattutto responsabile Sanità del partito di Giorgia Meloni e sottosegretario alla Salute del governo.

Io registro che per larga parte della pandemia l’Italia è stata prima per mortalità e terza per letalità, quindi io questi grandi risultati non li vedo raggiunti”, puntualizza nel suo intervento Gemmato, nell’attaccare la gestione della pandemia del precedente governo Conte e poi Draghi. Al sottosegretario replica in studio Aldo Cazzullo, noto giornalista del Corriere della Sera, che osserva con una ovvietà come “senza vaccini sarebbe stato magari peggio”. Qui arrivano le parole che hanno generato il polverone politico: “Questo lo dice lei, non abbiamo l’onere della prova inversa… Ma io non cado nella trappola di schierarmi a favore o contro i vaccini”, dice Gemmato, che mette in dubbio così l’efficacia della vaccinazione anti-Covid.

Parole gravi che arrivano per bocca di un membro del governo, per giunta sottosegretario proprio in quel dicastero della Salute che si è occupato e dovrà ancora occuparsi della gestione della pandemia che ad oggi ha provocato 180mila decessi.

Non è un caso se la comunità scientifica italiana sia rapidamente insorta alle parole dell’esponente di Fratelli d’Italia. Twitter. “Ma come si fa a dire che non c’è prova scientifica che i vaccini anti-Covid sono serviti a salvare la vita a milioni di persone? Basterebbe saper leggere la letteratura scientifica. Un bel tacer non fu mai scritto…” è l’accusa che arriva da Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova.

Durissimo anche il segretario di +Europa Benedetto Della Vedova, che su Twitter commenta: “Il sottosegretario Gemmato spiega che lui non cade nella trappola di pronunciarsi sui vaccini, perché non sappiamo se funzionano. Governo dunque apertamente No-vax e anti scientifico. Chiedo a Giorgia Meloni se vuole correggere anche questa posizione o se per lei va bene così”.

E abbiamo anche un sottosegretario alla salute che dice che non abbiamo prove che i vaccini funzionino. Un governo normale lo farebbe dimettere in 5 secondi per manifesta ignoranza“, è invece il commento del deputato PD Matteo Orfini, che chiede la testa di Gemmato dopo le sue dichiarazioni in tv. “Nelle ultime ore abbiamo ascoltato parole molto chiare e nette del ministro Schillaci sui vaccini, quelle ambigue di Meloni e altre addirittura negazioniste del sottosegretario Gemmato. A questo punto chiediamo alla destra di fare immediata chiarezza sulla linea del governo in materia di vaccini. Sul diritto alla salute non possono esserci ambiguità. Le parole di Gemmato sono gravissime: pretendiamo parole nette da parte della Presidente del Consiglio“, sono invece la parole del leader di Azione Carlo Calenda a proposito dell’uscita del parlamentare e sottosegretario meloniano.

Le polemiche innescate dalla sue dichiarazioni spingono quindi Gemmato ad aggiustare parzialmente il tiro rispetto a quanto detto in Rai lunedì sera. “I vaccini — si legge in una nota del sottosegretario — sono armi preziose contro il Covid, le mie parole decontestualizzate e oggetto di facili strumentalizzazioni». Poi ancora: “Sono stupefatto dalle strumentalizzazioni che l’opposizione sta montando in queste ultime ore in merito ad alcune mie dichiarazioni rilasciate ieri alla trasmissione Re Start di Rai 2. Ho sempre sostenuto la validità dei vaccini e la capacità che hanno di proteggere soprattutto i più fragili“, la precisazione dell’esponente di FdI.

Quella di ieri sera non è la prima uscita ‘insolita’ da parte di Gemmato, che è farmacista e deputato da due legislature. Nei giorni scorsi aveva detto di essere contrario a incentivare la somministrazione di una quarta dose di vaccino per le persone che non corrono rischi di salute. Secondo Gemmato, nel considerare a chi somministrare i vaccini “si deve fare sempre un bilanciamento costi-benefici” e che “non ha senso farlo nelle persone che evidentemente non muoiono contraendo il virus, men che meno in quest’epoca storica in cui abbiamo il 2% di occupazione di terapie intensive“.

Avatar photo

Napoletano, classe 1987, laureato in Lettere: vive di politica e basket.