Un decreto legge unico in cui far rientrare tutti i provvedimenti, i primi ufficiali dell’esecutivo a guida Giorgia Meloni, su Covid e giustizia, ma anche sulla ‘stretta’ per i rave party.

È questa la strada presa dal Consiglio dei ministri tenuto alle 13 di oggi dal presidente del Consiglio, in cui vi è stato anche lo spazio per l’approvazione della lista dei nuovi sottosegretari e viceministri

Sul Covid il governo ha impresso una svolta all’insegna della discontinuità col precedente esecutivo Conte-Draghi e soprattutto con la gestione all’insegna della prudenza dell’ex ministro della Salute Roberto Speranza. Nella sua prima conferenza stampa Meloni ha rimarcato come da parte sua e dell’esecutivo “non ci sarà un approccio ideologico sulla pandemia“: “Quello che contesto della gestione precedente è che ci sono stati un’infinità di provvedimenti presi dai governi, che non avevano alla base alcuna evidenza scientifica“, ha detto il presidente del Consiglio ai giornalisti.

Via l’obbligo di vaccino per medici, ok al reintegro dei No Vax

La scelta del neo ministro Orazio Schillaci, rettore dell’Università di Roma Tor Vergata ed ex membro del Comitato tecnico scientifico, è stata quella di anticipare a domani, primo novembre, la scadenza dell’obbligo vaccinale per i medici e sanitari, che in base alle norme attuali terminava il 31 dicembre prossimo, abrogando anche le relative sanzioni previste.

Dunque a partire da domani per medici, infermieri, operatori sanitari e delle Rsa non sarà più obbligatorio sottoporsi alla somministrazione del vaccino per lavorare. Una decisione aspramente critica dalla comunità scientifica, visto che in questo modo saranno reintegrati medici ed infermieri No Vax: la stima è di almeno 3400 persone allontanate dal posto di lavoro perché inadempienti con gli obblighi vaccinali.

Nei giorni scorsi il Ministero della Salute in una nota aveva sottolineato come “per quanto riguarda il personale sanitario soggetto a procedimenti di sospensione per inadempienza all’obbligo vaccinale e l’annullamento delle multe previste dal dl 44/21, in vista della scadenza delle disposizioni in vigore e della preoccupante carenza di personale medico e sanitario segnalata dai responsabili delle strutture sanitarie e territoriali, è in via di definizione un provvedimento che consentirà il reintegro in servizio del suddetto personale prima del termine di scadenza della sospensione”.

Una decisione che per Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gambe, rappresenta “un’amnistia anti-scientifica e diseducativa”.

Resta l’obbligo di mascherina negli ospedali

Più prudente invece la decisione sull’obbligo di mascherine nelle strutture ospedaliere e per le residenze per anziani (Rsa), che resteranno obbligatorie per medici, infermieri e anche visitatori per tutelare le persone più fragili.

Nei giorni scorsi era infatti circolata l’indiscrezione sulla scelta dell’esecutivo di “rimettere le mascherine nel cassetto” anche negli ambienti sanitari, ma dopo le vaste critiche sul “liberi tutti” il governo è tornato sui suoi passi, spinto anche dagli inviti alla cautela sulla lotta al Covid arrivati dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Mai abbiamo pensato di non andare in questa direzione, è una scelta condivisa con il primo ministro, non c’è alcun ripensamento“, ha provato a spegnere le polemiche nella sua prima conferenza stampa da ministro Schillaci.

Per prolungare l’obbligo di mascherina il neo ministro ha firmato una ordinanza: quella del suo predecessore Speranza scadeva infatti alla mezzanotte odierna.

Redazione

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