Il Presidente della Campania Vincenzo De Luca aveva anticipato e chiarito ieri quale fosse la sua posizione sulle nuove norme sulla pandemia da coronavirus. Lo aveva fatto con un’ordinanza in cui confermava l’uso nelle mascherine per i personale medico, sanitario e per i visitatori delle strutture ospedaliere e nelle Rsa, e lo aveva fatto ore prima del consiglio dei ministri del governo guidato da Giorgia Meloni. Se ieri era stata solo una fuga in avanti, oggi invece è vero e proprio scontro per la decisione del governo di sollevare gli operatori sanitari dall’obbligo vaccinale.

Il governatore oggi ha rilanciato una nota durissima contro lo stop deciso dall’esecutivo all’obbligo vaccinale anti-Covid per medici e professioni sanitarie. “L’obbligo vaccinale è scaduto lo scorso giugno e sopravviveva fino a dicembre per gli operatori sanitari. Noi abbiamo deciso di anticipare all’1 novembre la fine dell’obbligo e questo ci consente di recuperare 4 mila persone ora ferme in un sistema sotto-organico“, ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni nella conferenza stampa di ieri pomeriggio.

“È anticipato al 1 novembre la scadenza dell’obbligo di vaccinazione Covid. Questo perché il quadro epidemiologico è mutato, in particolare dai dati si vede che l’impatto sugli ospedali è limitato e c’è diminuzione di contagi e stabilizzazione nell’occupazione degli ospedali. A ciò si aggiunge la carenza del personale medico: quindi aver rimesso a lavorare questi medici non vaccinati serve a contrastare la carenza e garantire il diritto alla salute”, ha detto il ministro della Salute, Orazio Schillaci.

La decisione era nell’aria, anticipata da cronisti e retroscenisti. Lo stesso De Luca nell’ordinanza di ieri aveva dettato: “Auspichiamo che il Governo decida anche l’obbligatorietà delle vaccinazioni per il personale medico e infermieristico. Sarebbe inaccettabile costringere pazienti magari allettati a farsi curare da personale non vaccinato. Sarebbe – questa sì – una forma di violenza verso i più fragili”. Sulla stessa lunghezza d’onda la Fondazione Gimbe: “Il reintegro dei sanitari non vaccinati contro Covid-19 e le ‘sanatorie’ per i no-vax rappresentano un’amnistia anti-scientifica e diseducativa”.

Il personale sanitario era l’ultima categoria per cui ancora esisteva l’obbligo vaccinale, in scadenza il prossimo 31 dicembre, anticipato dal governo al 31 ottobre. Con la nuova misura da oggi, martedì 1 ottobre, torneranno a lavorare nelle proprie strutture di appartenenza i sanitari non vaccinati. Alcuni osservatori hanno contestato il principio del governo secondo il quale i quattromila sanitari potranno tamponare le carenze strutturali di cui il sistema sanitario soffre da molto tempo, posizione ricalcata a Repubblica anche dal presidente della Federazione degli ordini dei medici Filippo Anelli.

La nota di De Luca è durissima contro il governo: “Gravissima e irresponsabile la decisione del Governo di riammettere negli ospedali e nelle Rsa Medici No vax. Un’offesa alla stragrande maggioranza dei medici responsabili, e un’offesa ai pazienti. Altro che rifiuto di una gestione ideologica dell’emergenza! Questa è davvero una decisione tutta ideologica, totalmente irresponsabile, e degna della peggiore politica politicante.

È una decisione che offende la stragrande maggioranza dei medici e degli infermieri che si sono comportati in maniera deontologica e responsabile, e ai quali va tutta la mia solidarietà. È una decisione che toglie sicurezza e tutela ai pazienti ricoverati e ai loro familiari. È una decisione che crea enorme difficoltà ai dirigenti delle strutture sanitarie e ospedaliere, nel loro obbligo di tutela della salute dei pazienti. È una decisione che rischia – se si diffonde il contagio fra i medici – di fare avere ancora meno personale in servizio, altro che più medici”.

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Giornalista professionista. Ha frequentato studiato e si è laureato in lingue. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Ha collaborato con l’agenzia di stampa AdnKronos. Ha scritto di sport, cultura, spettacoli.