Centinaia (pare circa 400) di autobus organizzati dall’Eav, migliaia di alunni delle scuole campane portati in Piazza Plebiscito con bandiere e slogan suggeriti a quanto pare proprio da Palazzo Santa Lucia. Questo per manifestare, per chiedere il cessate il fuoco e la pace in Ucraina.

«Gli studenti hanno avuto l’occasione di fare una giornata di vacanza e di divertirsi un po’ – commenta Giulio Di Donato, ex deputato e vicesegretario del Partito socialista italiano ai tempi di Bettino Craxi, oltre che vicesindaco e assessore comunale di Napoli – La Regione è un’istituzione che non ha tra i suoi compiti quelli di promuovere manifestazioni per la pace e il fatto che siano stati mobilitati centinaia di autobus con i soldi dei contribuenti non è accettabile. La sensazione, a prescindere dai fini che la manifestazione si prefigge, è che sia stata una prova di forza di De Luca in vista del Congresso del Pd, probabilmente in vista di una sua candidatura al Congresso». Ed è una prova di forza costata la modica cifra di 300mila euro.

Centinaia di migliaia di euro che la Regione Campania ha sborsato per organizzare il raduno di ieri in piazza Plebiscito, centinaia di migliaia di euro di soldi pubblici: sviamento di risorse verso un fine estraneo alle competenze regionali. Questa è stata l’iniziativa promossa dal governatore campano Vincenzo De Luca che felice ha affermato: «In piazza siamo più o meno 50mila persone, moltissimi ragazzi che chiedono la pace». In realtà fonti ufficiali riferiscono di 25mila persone più o meno e soprattutto i ragazzini che cantavano e sventolavano la bandiera della pace non è che l’hanno scelto da soli di andare al raduno di De Luca: o andavano o sarebbero risultati assenti a scuola.

I bus a questo servivano, a portarli tutti in piazza per non far sì che l’evento, tutto politico, del governatore non si rivelasse un flop. Altro che raduno per la pace. «La pace è una cosa molto seria, troppo seria per lasciarla alla gestione strumentale della politica politicante – afferma Di Donato La manifestazione cela un interesse politico, tattico, strumentale magari per mettere in difficoltà il Governo, per coprire spazi politici a sinistra per evitare che restino solo nelle mani dei 5Stelle. Tutti vogliamo la pace, si può ottenere con un cessate il fuoco e sappiamo che non è prevedibile perché la posizione di Putin, l’aggressore, è una posizione particolarmente aggressiva e quindi la speranza è che si muova chi è in condizioni di determinare un cessate il fuoco per scendere su un terreno di negoziati per la pace. Ma con tutto il rispetto per De Luca -aggiunge – dubito che Putin che non sta a sentire il Papa o Biden, stia a sentire lui. Non credo che De Luca con le scolaresche mobilitate dalla Regione possa determinare qualche effetto». Nessuna pace e uno spreco di denaro che in un momento di crisi come questo poteva essere impiegato senz’altro meglio.

«I soldi potevano essere spesi per i problemi veri di questa Regione – commenta Di Donato – Ci dovrebbe essere in Consiglio Regionale un’opposizione politica e poi ci dovrebbe essere un’opposizione civile nella società civile: mancano entrambe. La gente è distratta, non segue le vicende internazionali che invece hanno un peso nella nostra vita quotidiana». E De Luca ricorda sempre più un personaggio del passato che per dieci anni ha guidato il Comune di Napoli. «La Regione deve garantire una buona amministrazione, tutto il resto sono chiacchiere, fuffa – conclude Di Donato – Ci dovremmo occupare di ben altri problemi, trasporti, sanità, igiene urbano e invece perdiamo tempo: stiamo ritornando ai tempi di de Magistris. De Luca lo copia, ha messo in campo un elemento di distrazione rispetto ai problemi che ha la Regione in questo momento. La politica italiana – chiosa – sfugge ai temi reali e concreti e si muove su posizioni di carattere strumentale e orientati a tutt’altri scopi».

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Giornalista napoletana, classe 1992. Vive tra Napoli e Roma, si occupa di politica e giustizia con lo sguardo di chi crede che il garantismo sia il principio principe.