Matteo Bassetti, il popolare virologo mai troppo tenero con la politica, direttore della clinica di infettivologia all’Ospedale San Martino di Genova e docente universitario, risponde al Riformista chiedendo a Giorgia Meloni di uscire allo scoperto e di smetterla di lanciare segnali ambigui ai no-vax.

Il governo Meloni fa l’occhiolino ai non vaccinati?
Oggi non ha più senso mantenere l’obbligo vaccinale per tutti gli operatori sanitari, in tutti i reparti, dappertutto… il personale non vaccinato se ne sta a casa da un anno ma non è mai stato reintegrato, quindi abbiamo una mancanza di servizio. Oggi avrebbe pur senso levare l’obbligo, di fronte ai dati e al minore allarme. Ma loro non dicono di toglierlo oggi, agiscono sul passato.

Ovvero sui provvedimenti presi nel 2021.
Oggi avrebbe senso modulare un obbligo, mantenerlo per alcune situazioni, prevederlo sopra a una certa soglia di incidenza. Dove c’è più rischio. Ma con un provvedimento di “condono no-vax” come questo il principio che viene fatto valere, il messaggio che passa è un altro. Non si dice che oggi non è più emergenza, ma si pretende di ridiscutere lo stato d’emergenza dei due anni appena trascorsi.

Come definirebbe le norme?
È revisionismo sanitario. Non si dice che l’obbligo di vaccinazione per il personale sanitario è sbagliato oggi, cosa su cui sarei perfino d’accordo. Si dice che è stato sbagliato allora. Ed è profondamente sbagliato. Un errore grave.

Cosa chiede al governo Meloni?
Una posizione chiara sui vaccini. Non l’ho ancora vista. Il governo, Giorgia Meloni è per la vaccinazione o contro la vaccinazione? Siamo ancora a un bivio dirimente, non è possibile rimanere in quella terra di nessuno che è l’ambiguità vaccinale. Qui non ci sono forse, ma, ma anche. Meloni dica chiaramente cosa pensa.

Il centrodestra continua a tenere i piedi in due staffe?
Direi di sì. Il loro nicchiare può far sospettare qualcuno che si voglia lisciare il pelo a qualche facinoroso no-vax. Credo e spero non sia così. Ma vogliamo scherzare, mettere il governo dalla parte dei no-vax? Il rischio è troppo grosso, Meloni rompa gli indugi e indichi chiaramente da che parte sta.

Inseguono ancora i sondaggi, a campagna elettorale chiusa?
Guardi che se il centrodestra guardasse i sondaggi, con il 95% degli italiani vaccinati e la schiacciante maggioranza a favore della vaccinazione obbligatoria del personale sanitario, dovrebbe essere radicalmente pro vax. Mi sembra invece che non stiano considerando proprio i dati. Gli italiani scettici sui vaccini sono il 4%. Sono perplesso proprio per questo.

Comunque la situazione è cambiata, sul fronte caldo del contagio.
E infatti togliere l’obbligo vaccinale va benissimo. Non fare più multe è giusto. Ma chi ha sbagliato quando la situazione era gravissima, è giusto che paghi, che debba pagare. Io sono il primo a dire che il lockdown è stato troppo lungo, che le scuole non andavano chiuse, etc. ma ai condoni sono e rimango contrario.

Del ministro della Salute, Schillaci, cosa pensa?
È un’ottima persona. Un professionista preparato, la persona giusta nel posto giusto. Capisce benissimo che non si può guardare al 2021 con i dati del 2022, e viceversa. E credo che il primo a essere imbarazzato oggi, sulla posizione sui vaccini, è proprio il ministro. E’ un tecnico preparato, non un politico. Al quale mi permetto di dare un suggerimento su questa questione.

Sui medici non vaccinati? Quale?
Non vanno più sospesi? Devono allora impegnarsi a partecipare – con profitto – a corsi di aggiornamento obbligatori di infettivologia. Devono dimostrare di avere chiara la situazione. Il nuovo ministro deve impedire a tutti i costi che una ultraminoranza dei medici oggi si prenda la rivincita e possa dire: “Avevamo ragione noi”. Questo no, questo mai. Sarebbe gravissimo.

Prevede nuove ondate?
No, è escluso. E proprio perché abbiamo vaccinato tutti. Inclusi i miei figli: uno aveva 13 anni l’anno scorso, l’ho fatto vaccinare subito perché non avevo il minimo dubbio sull’efficacia e sulla sicurezza dei vaccini. Giorgia Meloni oggi deve dare messaggi chiari, prendere decisioni esemplari, uscire dal cono d’ombra delle ambiguità e il tema dei vaccini non ammette titubanze. Conosciamo i pericoli delle cattive decisioni sanitarie, ne abbiamo tutta la casistica.

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Ph.D. in Dottrine politiche, ha iniziato a scrivere per il Riformista nel 2003. Scrive di attualità e politica con interviste e inchieste.