Vasco, il nome del compagno di prigionia di suo padre che gli salvò la vita. Giovanni Carlo era uno dei 600 mila internati militari in Germania che rifiutarono di combattere per Hitler: “Era un combattente, aveva detto di no ai nazisti”.  Questo, e altri racconti toccati dal cantautore emiliano nella sua intervista al Corriere della Sera di oggi, dove torna sui temi della sua vita privata: l’amore, i figli, la droga. Ma anche la politica. Con un unico filo rosso: l’anima ribelle che lo ha sempre distinto, che ha ispirato il suo rock.

Vasco Rossi e la pagina nera della droga: “Senza anfetamine non mi alzavo dal letto. Ne sono uscito da solo. Le ho provate quasi tutte, tranne l’eroina”

La pagina più oscura del cantautore è quella legata alla droga: nel 1984 finì in arresto per detenzione e spaccio: “5 giorni di isolamento. Giorni infiniti, minuti lunghissimi. Non passava mai. Poi altri 17 di galera. Solo De André venne a trovarmi, con Dori. Pannella mandò un telegramma. Ma riuscii a resettare, disintossicandomi da solo, senza bisogno della comunità. Poi sono tornato a casa a Zocca, sono rimasto lì per otto mesi, senza anfetamine non riuscivo ad alzarmi dal letto. Sono pericolose. Ho provato quasi tutte le droghe tranne l’eroina. Purtroppo dall’esterno venivo visto come il drogato, il responsabile della diffusione degli stupefacenti”.

Vasco Rossi e l’amore: “La prima volta a 17 anni. Albachiara era per Giovanna, ma con Laura ho realizzato la mia famiglia”

Vasco ricorda di alcune canzoni dolcissime, con donne protagoniste, e altre verbalmente violente, come “Ti taglio la gola”. “Una violenza solo verbale, è un’ironia feroce – racconta -. Ho sempre fatto canzoni rabbiose per esprimere la sofferenza che avevo dentro ma ho rispettato le donne e i loro ‘no’. E ne ho ricevuti molti. La prima a dirmelo fu Anna Maria, e aveva sette anni, era la mia vicina di casa, un giorno mi disse che non eravamo più fidanzati, che le piaceva un altro, mi crollò il mondo addosso. Feci l’amore per la prima volta a 17 anni con una ragazza di Modena, a differenza di altri aveva ceduto. Ma il primo grande amore fu Paola, una femminista che voleva distruggermi e ci è riuscita. Mi ha ispirato in tutte le canzoni di rabbia con l’altro sesso. Dopo di lei, e prima di mia moglie Laura è stato solo sesso. Albachiara invece me l’ha ispirata Giovanna, una ragazza che vedevo arrivare a Zocca con la corriera, quando l’ho rincontrata in discoteca gliel’ho detto, ma lei non mi credeva, e poi le ho dedicato ‘una canzone per te’. Ma è con Laura che realizzato il progetto di famiglia”.

Vasco Rossi e i due figli nati ad un mese di distanza

Vasco Rossi racconta anche dei suoi due figli, Davide e Lorenzo, nati nel 1986 a un mese di distanza: prima aveva avuto una storia con una donna di nome Gabriella, lasciata per vivere l’avventura con la musica. “Quando tornai la rividi nella roulotte prima di un concerto, la salutai con affetto per l’ultima volta e mesi dopo mi dissero che era incinta. Ero io il padre ma non lo credevo possibile. Poi arrivò a Zocca un’altra ragazza, Stefania, nemmeno me la ricordavo. Aveva un bimbo nel passeggino, Davide. Un po’ mi arrabbiai, il tribunale impose il test del Dna. Ero io il padre di Davide, lo riconobbi e iniziai a versare 5 milioni al mese per il mantenimento. Poi mi chiamò Gabriella per dirmi che il ragazzo ci teneva e che avrei dovuto rifare il test, anche in quel caso la paternità fu confermata.

Vasco Rossi contro Giorgia Meloni: “In passato ha detto cose vergognose che non si cancellano”

E sulla politica ammette: “Ero anarchico, poi mi sono riconosciuto nella battaglie di Pannella. Ora non voto, ma sto dalla parte dei deboli. Della Meloni sono tutti innamorati, ma per decenni ha detto cose assurde, vergognose, irresponsabili che non si cancellano. In fatto di tasse sono un po’ comunista. Non pagarle in Italia è una vergogna, io ho voluto mantenere la residenza qui. Se guadagno, vuol dire che posso pagare. Chi ha di più deve dare di più. Israele contro Palestina?  Mi rifiuto di schierarmi,  gli ebrei hanno diritto a uno Stato e alla distruzione di Israele io mi ribello. Se appoggiassi lo slogan “Palestina libera” mi amerebbero tutti; ma io non sono fatto così, questo ovviamente non mi impedisce di piangere le vittime civili di Gaza, e di criticare i bombardamenti di Netanyahu”.

L’aldilà non c’è

Il cantautore racconta anche della sua passione per la filosofia: «La adoro, vita spericolata viene dal vivere pericolosamente di Nietzsche – ammette Vasco -. Leggere “Aut-aut” di Kierkegaard, “Il mondo come volontà e rappresentazione” di Schopenhauer, la “Critica della ragion pura” di Kant mi ha cambiato la vita”. L’aldilà? Non c’è. Un tempo pensavo di morire giovane, oggi vorrei morire sul palco».

Redazione

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