Dopo Hamas e Hezbollah, Israele ha deciso di annientare le capacità militari della Siria, non solo per il timore che le sue armi cadano nelle mani dei jihadisti ma anche per eliminare un altro nemico nella regione. Il massacro del 7 ottobre è stato sbandierato da Hamas come una vittoria solo per poche ore. Ad oggi è servito ad ottenere la reazione israeliana che ha di fatto disarticolato quella che veniva chiamata “Mezzaluna sciita” in Medio Oriente.

Quella iniziata domenica in Siria contro le infrastrutture dell’esercito siriano è considerata la più grande operazione aerea della storia di Israele. Fonti della sicurezza israeliana fanno sapere tramite la radio dell’esercito che “abbiamo distrutto le capacità delle forze armate siriane con la più grande operazione aerea della nostra storia. Abbiamo distrutto aerei, navi da guerra e strutture strategiche per impedire all’opposizione di raggiungerle”. Sarebbero più di 310 i raid condotti. Tutto ciò che riguarda l’esercito siriano è stato distrutto. L’attacco ha incluso “basi dell’esercito di Assad, decine di aerei da combattimento di sistemi missilistici terra-aria, siti di produzione, depositi di armi e missili terra-superficie”.

L’Osservatorio ha spiegato che questi raid hanno interessato la maggior parte dei governatorati e hanno preso di mira “aeroporti, magazzini, squadroni di aerei, radar, stazioni di segnalazione militari, depositi di armi e munizioni, centri di ricerca scientifica e sistemi di difesa aerea, nonché strutture di difesa aerea e navi da guerra come nel porto di Latakia, situato nel nord-ovest del paese”. L’Osservatorio con sede a Londra ha fornito un elenco dettagliato degli obiettivi militari presi di mira, sottolineando che colpire questi siti “rientra nel quadro della distruzione delle armi rimanenti nei magazzini e nei pezzi militari che erano controllati dalle forze del precedente regime”.

L’operazione ha interessato tutte le forze armate. La Marina israeliana ha eseguito nella notte un’operazione su larga scala per distruggere la flotta navale dell’ex regime di Assad. Numerose navi della marina siriana armate di missili mare-mare sono state distrutte in attacchi condotti, nella baia di Minet el-Beida e nel porto di Latakia sulla costa siriana, secondo fonti militari. A preoccupare però sono le esplosioni che sono state udite ieri mattina a Damasco. Gli attacchi effettuati da Israele nell’area di Barzeh a Damasco hanno completamente distrutto un centro di ricerca del ministero della Difesa. Lo riferisce l’emittente “al Jazeera”. I paesi occidentali, tra cui gli Stati Uniti, hanno colpito la struttura nel 2018, affermando che era correlata all’”infrastruttura di armi chimiche” della Siria.

I siti dell’esercito esposti a questi bombardamenti sono però vuoti. Più di 4.000 soldati dell’esercito siriano hanno attraversato l’Iraq da quando le forze ribelli hanno preso Damasco, ha affermato un funzionario della milizia nell’Iraq occidentale. Un funzionario delle Forze di mobilitazione tribale di Anbar ha spiegato ai media locali che i soldati hanno consegnato le loro armi, munizioni e veicoli blindati e sarebbero stati ospitati in un campo. Non ha detto dove si trovasse il campo. Un altro funzionario della sicurezza afferma che il governatore della provincia siriana di Hasakeh era arrivato al confine domenica sera tardi con un convoglio di soldati dell’esercito siriano che volevano attraversare l’Iraq, e sono stati autorizzati ad entrare tramite il valico di Qaim.

Il governo iracheno ha stretti legami con l’Iran ed è stato uno dei principali sostenitori di Assad, ma Baghdad ha assunto una posizione neutrale sull’avanzata degli insorti e sulla caduta di Assad. Altri funzionari del regime siriano invece sono fuggiti oltre confine in Libano con l’aiuto del gruppo Hezbollah. Tra coloro che si dice siano fuggiti in Libano ci siano i familiari di Assad, funzionari dell’intelligence e stretti soci in affari del dittatore. Si dice che anche l’ex direttore dell’ufficio per la sicurezza nazionale siriano Ali Mamlouk sia tra loro. Quest’ultimo è ricercato dal governo libanese dal 2012 per aver presumibilmente pianificato l’assassinio di leader politici e religiosi libanesi e dal governo francese dal 2018 per crimini di guerra e crimini contro l’umanità. Secondo il report, ai funzionari siriani sono state fornite targhe libanesi e sono stati introdotti clandestinamente a Beirut con l’aiuto di agenti di Hezbollah. Si ritiene che si trovino a Dahiyeh, la roccaforte di Hezbollah nella periferia meridionale di Beirut.

Massimiliano Boccolini

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