Il profilo
Chi è Al-Jolani, il conquistatore di Damasco che giurò fedeltà ad Al Qaeda: “A quarant’anni si può cambiare”
Quando è tornato nel quartiere damasceno di Mazzei dove era cresciuto si è inginocchiato e ha baciato terra, ma che tipo di capo sarà Abu Mohammed al-Jolani non è ancora chiaro.
42 anni, il conquistatore di Damasco tornerà ad utilizzare il suo vero nome, Ahmad al-Sharaa, al posto di quello da battaglia che significa “colui che viene dalle Alture del Golan”, terra da cui i suoi nonni erano stati scacciati dagli israeliani dopo la guerra del 1967 . È cresciuto in una famiglia benestante e studiato medicina, prima di raggiungere l’Iraq a ventuno anni per combattere contro gli americani e di diventare capo di al-Nusra, il più efficiente gruppo fondamentalista che combatte in Siria, di giurare fedeltà ad Al Qaeda parlando da jihadista, inneggiando all’11 settembre e prendendo ordini dall’Isis di al Baghdadi.
Una pagina ingombrante del suo passato da cui dopo ha preso le distanze, concentrandosi su un unico obiettivo: “Ci siamo allontanati da Al Qaeda — dichiarava —. La nostra battaglia ora è solo per liberare la Siria dal dittatore al-Assad”. L’obiettivo messo a segno ieri se lo era prefissato nel 2016, mostrando le zone dove comandava, a Idlib, vantandosi di non rispecchiare lo Stato islamico intollerante, se non nei diritti democratici, quantomeno riconoscendone alle donne, dando servizi alle persone, costruendo strade ed ospedali ed evitando di essere etichettato come estremista.
“A vent’anni la pensi in un modo, a quaranta puoi anche cambiare idea”. Così ha fatto ‘il conquistatore’ rinnegando lo jihadismo e promettendo di “non colpire più le città europee per uccidere innocenti”. Al-Jolani s’è rivelato un abile politico fondando l’Hts: Hayat Tahrir al Sham, Organizzazione per la Liberazione del Levante, il governo di Salvezza siriano che ha saputo offrire sicurezza ai territori conquistati. Ieri a Damasco, il leader ha ribadito il suo desiderio di una Siria democratica e inclusiva, dove tutte le etnie e religioni possano convivere. Ha sottolineato come la guerra abbia toccato ogni famiglia siriana, descrivendo il Paese come vittima delle ambizioni iraniane che hanno alimentato divisioni e corruzione, e ora avviato verso una rinascita. Ad Idlib, è abituato a negoziare con rappresentanti di diversi Paesi, tra cui Turchia, Arabia Saudita, Giordania ed Emirati, oltre a condurre trattative segrete con Stati Uniti, Europa e perfino i servizi segreti italiani. Un fondamentalismo moderato, durerà?
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