Quando entri in un pantano il fango schizza da tutte le parti; e quando il pantano è la condizione della tua nazione, colpisce anzitutto il sentimento di chi assiste alla scena. La democrazia italiana non ricorda una situazione simile dal 1946 a oggi, e voglio dire dalla data di nascita della Costituzione. Mai visto nulla che somigli a ciò che sta accadendo sotto i nostri occhi. Un Signor Nessuno, raccolto perché passava lì per caso, governa l’Italia da poco meno di tre anni, e da un giorno all’altro con maggioranze opposte; cosa mai accaduta in nessuna democrazia, mai.

Un Parlamento dove si sta cercando di formare un nuovo “gruppo parlamentare”, pescando a destra e a manca, con la parola d’ordine di “popolarismo, liberalismo, socialismo”, coinvolgendo nel pantano parole nobili che non meritano questo scempio: un mercato a cielo chiuso, si potrebbe chiamare così. Su alcuni quotidiani appaiono i volti dei possibili “costruttori”, di opposte provenienze. Ma che conta questo? Non sai che questa è la democrazia parlamentare? E se non fosse così, come si spiegherebbe l’“avanti con Conte” sottoscritto da Nicola Zingaretti a nome del Pd?

Qualcuno, ingenuo, non credeva ai propri occhi: ecco, diceva, uno scherzo della rete. Mi chiedo come sia possibile tutto quello che sta accadendo, e la mia risposta è secca: è il Movimento 5 stelle che ha inquinato la democrazia italiana, dando forma istituzionale e di governo al “Vaffa” di un capocomico, pronunciato da lui, con enorme successo, in un momento di cattivo umore. Non c’è cravatta ministeriale che tenga, non c’è aria compunta e meditante (?) sui destini dell’Italia, che possa nascondere questa che oggi si mostra come una elementare verità. La cosa tocca l’intera vicenda italiana dopo il voto del marzo 2018, quando una fetta assai consistente di elettori trasferì una vecchia idea di palingenesi nei panni del suddetto capocomico. È questa la più grave responsabilità della sinistra italiana: non aver saputo tradurre in cultura di governo quell’idea di “diversità” dagli altri che l’aveva distinta in certi momenti.

E’ allora che è avvenuto tutto. Un avvocato di Firenze diventa Presidente del Consiglio, possibilmente a vita, di un governo con maggioranze opposte, tanto che contano? Un gruppo parlamentare dove domina l’ignoranza e quasi il senso di sorpresa per trovarsi in quel luogo. Una scatoletta di tonno, il Parlamento, che è stata aperta, secondo programma, con la sola sua presenza. Tutti alla ricerca del Movimento 5 stelle, prima Lega poi Pd; un partito, quest’ultimo, che si sta giocando la sua dignità attraversando il pantano come se fosse casa sua. La dignità, la storia? Ma chi se ne importa più di queste cose?

Matteo Renzi ha sbagliato qualcosa nel tentativo di tirarsi fuori dal pantano? E’ rimasto a mezz’aria, una parte del corpo dentro, un’altra fuori? E’ possibile, anzi certo; e anche chi lo segue non riesce spesso a capire la logica e la tempestività delle sue azioni. Ma è l’unico che ci sta provando. Ora che accade? Che se tu smuovi un pantano, come si diceva all’inizio, il fango schizza da tutte le parti, e tutti quelli che si ritrovano lì dentro si rivolgono a chi ha provocato questo gridandogli: ma come ti sei permesso? Non vedi che siamo tutti nel fango? Lui dovrebbe dire: io volevo sollevare un velo sapendo ciò che veniva a galla, proprio per avviare la ripulitura del pantano.

Ora l’alternativa è: se chi ha sollevato il velo non ha la forza, il coraggio e la possibilità di mantener ben fermo questo inizio, e di sollevare quella parte del proprio corpo rimasta giù, allora diventerà una voce piccola piccola; se invece manterrà il punto di principio (e mi riferisco alla capacità di rimuovere almeno qualcosa dello stato di cose esistente, con una accentuazione della spinta ideale) allora forse quel ‘mercato al chiuso’ che è oggi il Parlamento italiano, può avere qualche imbarazzo a continuare nella sua attività, e provare a ritrovare una sua dignità, all’aria aperta.

Questo articolo non indaga su strategie possibili, su cose da fare o non fare; non indaga su categorie politiche da utilizzare. Esso nasce da un sentimento di indignazione per lo spettacolo che sta dando la politica italiana, o per di meglio la sua caricatura grottesca; e cerca di valutare gli aspetti positivi dello sforzo che qualcuno ha fatto per rompere la connivenza.

Non ha altro da aggiungere, l’autore di questo articolo, se non la speranza di udire, prima o dopo, una voce dall’Alto delle istituzioni, che oggi tace.

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