L’obbligo vaccinale sul Covid-19 è salvo, anche se paradossalmente quei decreti che lo istituivano sono stati poi cancellati dal governo di Giorgia Meloni, che ha deciso  rientrare in servizio con due mesi di anticipo, sempre per decreto, i No Vax.

Lo ha stabilito la Corte Costituzionale ritenendo inammissibili e non fondate le questioni poste da cinque uffici giudiziari. La Corte, come sottolinea l’Ansa, ha in particolare ritenuto inammissibile, per ragioni processuali, la questione relativa alla impossibilità, per gli esercenti le professioni sanitarie che non abbiamo adempiuto all’obbligo vaccinale, di svolgere l’attività lavorativa, quando non implichi contatti interpersonali.

Sono state ritenute invece non irragionevoli, né sproporzionate, le scelte del legislatore adottate in periodo pandemico sull’obbligo vaccinale del personale sanitario. Ugualmente non fondate, infine, sono state ritenute le questioni proposte con riferimento alla previsione che esclude, in caso di inadempimento dell’obbligo vaccinale e per il tempo della sospensione, la corresponsione di un assegno a carico del datore di lavoro per chi sia stato sospeso; e ciò, sia per il personale sanitario, sia per il personale scolastico.

Dunque l’obbligo del vaccino anti Covid introdotto dal governo Draghi nel 2021 per alcune categorie professionali e gli over 50 è costituzionalmente valido, non lo sono le richieste di “risarcimento” avanzate nei ricorsi presentati alla Consulta.

Chi all’epoca era alla guida del ministero della Salute, travolto dalle polemiche e dalle minacce del mondo No Vax, vede ora riconosciuta la bontà del suo lavoro. È il caso di Roberto Speranza, che a Repubblica rivenda quanto fatto: “Abbiamo fatto scelte anche difficili ma sempre seguendo due principi fondamentali: il primato del diritto alla Salute, anche sugli altri interessi in campo, e la centralità dell’evidenza scientifica. Con questi due fari è evidente che la nostra strategia sia stata quella di puntare con forza su vaccini, che sono stati fondamentali per contenere e combattere un virus che in quel momento era la principale sfida per tutti i Paesi. I nove mesi senza vaccini, del resto, sono stati durissimi in termini di ricaduta sulle persone e anche sulle attività sociali ed economiche”.

Speranza sottolinea di non aver “mai avuto dubbi sul nostro operato”, con scelte prese “con rigore e ponderazione” dando “massimo ascolto e seguito ai pareri del Cts e anche a quelli del Comitato nazionale di bioetica”.

Da parte dell’ex ministro anche un appello all’attuale esecutivo di destra: “Il mio invito è di smettere di trattare il tema vaccini come se fossimo in campagna elettorale, visto che è finita. Chi ha voluto strumentalizzare per qualche voto dei No Vax ha raggiunto il suo fine, ha preso quei voti. Ora mi auguro che la campagna del ministro Schillaci sia di successo”.

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Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia