Il vaccino ‘italiano’ sviluppato da ReiThera con la fondamentale assistenza economica di Invitalia, la società guidata da Domenico Arcuri, ex commissario all’emergenza Covid licenziato dal premier Draghi, rimane senza fondi pubblici.

A stabilirlo un parere della Corte dei Conti che ha dichiarato “illegittimo e quindi nullo” il finanziamento da 81 milioni di euro promesso lo scorso gennaio da Invitalia alla società che stava procedendo con la Fase 2 della sperimentazione nello stabilimento di Castel Romano.

Naufraga così il progetto targato Conte-Arcuri di immettere sul mercato un vaccino italiano: ora per Reithera la strada è sempre più in salita, dovendo fare i conti anche con la recente perdita del sostegno dell’Istituto Spallanzani di Roma per la Fase 2 della sperimentazione.

Al momento nessun commento è arrivato dai soggetti firmatari dell’accordo di sviluppo, ovvero ministero dello Sviluppo Economico, ReiThera e Invitalia, in attesa delle motivazioni della Corte che saranno rese note entro 30 giorni.

LA NOTA DELLA CORTE DEI CONTI – La sezione centrale della Corte dei Conti a conclusione dell’adunanza del 11 maggio 2021 “ha deliberato di ricusare il visto sul decreto” relativo all’approvazione “dell’Accordo di sviluppo sottoscritto in data 17 febbraio 2021 dal Ministero dello Sviluppo economico, da Invitalia spa e dalla Società Reithera srl, volto a sostenere il programma di sviluppo industriale da realizzare presso lo stabilimento produttivo sito in Castel Romano”, si legge in una nota della Corte dei Conti.

Tale programma, continua la Corte dei Conti, “è costituito da un progetto di investimento produttivo – finalizzato all’ampliamento dello stabilimento produttivo sito in Castel Romano (RM) – e da un progetto di ricerca industriale e sviluppo sperimentale – destinato a completare la sperimentazione clinica (studi clinici di fase 2 e 3) del vaccino anti Covid-19. Il decreto prevedeva di mettere a disposizione per il finanziamento degli investimenti risorse nel limite massimo di 50 milioni di euro di cui 41 milioni di euro a fondo perduto e il resto come finanziamento a fondo agevolato (su un totale complessivo pari ad 80 milioni previsto dal c.d. Decreto rilancio). In esito all’attività istruttoria, in data 8 aprile 2021, è stato formulato rilievo da parte del competente Ufficio di controllo della Corte”.

L’amministrazione “ha riscontrato tale rilievo, fornendo i richiesti chiarimenti, in data 21 aprile 2021. Successivamente, in data 4 maggio 2021, l’Ufficio del controllo ritenendo che le risposte fornite dall’Amministrazione non fossero idonee a superare le osservazioni formulate nel rilievo, ha deferito la questione all’esame del Collegio della Sezione centrale controllo di legittimità. A conclusione dell’adunanza, in data 11 maggio 2021, la Sezione centrale ha deliberato di ricusare il visto sul decreto. L’atto non è stato, quindi, ammesso a registrazione”.

LE REAZIONI – La notizia, arrivata durante la consueta conferenza stampa del venerdì promossa dall’Istituto superiore di sanità, ha sorpreso il suo presidente, Silvio Brusaferro. “Il no della Corte dei Conti al finanziamento di ReiThera? Noi abbiamo competenza scientifica e non amministrativa ma è molto importante che le sperimentazioni si possano condurre“, ha detto Brusaferro.

Ben più dure e ‘politiche’ le parole utilizzate da Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera e deputato di Fratelli d’Italia, che tira in ballo la gestione Conte-Arcuri-Speranza che confermano “la totale incapacità”. Un trio che secondo Rampelli “ha determinato ritardi nel reperimento dei vaccini, campagne multimilionarie con archistar poi ritirate e infine investimenti sbagliati che oggi ricadono soprattutto sul governatore Zingaretti”.

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Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia