Alle Radici
L'analisi
La crisi della Germania, la “mossa kamikaze” di Scholz e le differenze con la Repubblica di Weimar
La sfiducia al governo del cancelliere Olaf Scholz rappresenta un momento critico per la Germania contemporanea. Una “mossa kamikaze” che tecnicamente prende il nome di “sfiducia costruttiva” e affonda le sue radici nella Costituzione del 1949. Un meccanismo, questo, introdotto per prevenire l’instabilità politica che aveva condannato la Repubblica di Weimar, quell’esperimento democratico-liberale post-Grande Guerra, all’ingovernabilità, fino al collasso. Ma cosa accomuna questa crisi economica e politica odierna con quella della Germania degli anni Venti?
La crisi economica
La Repubblica di Weimar (1919-1933) fu segnata da una successione di crisi economiche devastanti. L’iperinflazione del 1923 e la Grande Depressione del 1929 minarono la fiducia dei cittadini nei governi di coalizione, spesso deboli e incapaci di risposte efficaci. Anche oggi, il governo di Scholz è caduto sotto il peso di una crisi economica che ha ridotto il potere d’acquisto dei cittadini e accresciuto il malcontento sociale. La Germania attuale, pur non vivendo una situazione estrema come quella di Weimar, deve affrontare sfide simili: perdita di produttività, crescita stagnante e polarizzazione politica.
La differenza con Repubblica Weimar
Durante la Repubblica di Weimar, i governi di coalizione erano fragili e instabili, incapaci di garantire continuità politica. La “coalizione semaforo” di Scholz (SPD, Verdi e FDP) ha mostrato gli stessi segni di fragilità, evidenziando fratture interne sulle questioni economiche e sociali. La polarizzazione odierna, con la crescita di forze di estrema destra come l’AfD, ricorda il clima di sfiducia e radicalizzazione che caratterizzò la fine di Weimar. Nonostante le somiglianze, una differenza fondamentale però rimane: oggi le istituzioni democratiche tedesche sono solide e l’Unione europea rappresenta un argine alle derive autoritarie. La sfiducia al governo Scholz segna una fase critica per la Germania, ma non una crisi sistemica come quella che pose fine alla Repubblica di Weimar.
Tuttavia, la lezione storica resta chiara: crisi economiche e fragilità politiche possono intrecciarsi, alimentando malumori nella società che possono trasformarsi in vere e proprie minacce esistenziali alla tenuta delle democrazie. Anche nei giorni di Weimar la SPD tentava di non scontentare nessuna delle componenti del contratto di governo, facendo della cautela la sua cifra politica e riducendosi a un’amministrazione senza svolte o prese di posizioni decisive, attraverso un sistema di accordi noto come “democrazia contrattata”, che altro non fece che peggiore le già fragili condizioni della società tedesca di allora. Fragilità che contribuirono a spianare la strada a un ex caporale prestato alla politica che si chiamava Adolf Hitler. Come andò a finire quella storia, purtroppo, lo sappiamo bene.
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