La lotta anche alla disinformazione
La Finlandia chiude le frontiere con la Russia: la guerra ibrida di Putin e l’effetto a catena nel nord Europa
Helsinki teme che Mosca stia usando il flusso di migranti come arma di una guerra ibrida

Prima alcuni, poi molti, ora tutti. Da mercoledì sera la Finlandia ha chiuso tutti i valichi di frontiera con la Russia. Il motivo ormai è noto: il considerevole aumento dei richiedenti asilo ai propri confini. Il sospetto di Helsinki, diventato nel frattempo quasi una certezza, è che Mosca stia usando il flusso di migranti come arma di una guerra ibrida volta a mettere pressione alla Finlandia. Accuse che il Cremlino ha rispedito al mittente ma che trovano riscontro nella storia anche recente della Russia, in cui si è resa protagonista di vicende simili.
I valichi al confine, quindi, saranno chiusi almeno fino al 13 dicembre. L’ultimo a chiudere i cancelli è stato il varco di Raja-Jooseppi, con le domande di asilo dei migranti che al momento non saranno accettate sul confine orientale. La guardia di frontiera finlandese ha deciso anche di rinforzare le recinzioni già esistenti sulla linea che separa i due Paesi. “Sono state installate doppie barriere al confine” ha dichiarato il vice comandante degli agenti di frontiera della Finlandia sud orientale, Jukki Lukkari.
Chiusura frontiere Finlandia, l’effetto a catena nei Paesi baltici
L’obiettivo della drastica mossa di Helsinki è di normalizzare rapidamente la situazione alla frontiera russa, ma la possibilità che la misura venga prorogata è reale. Nel frattempo le merci continuano a passare, esclusivamente dal varco di Vainikkala. Tuttavia, la chiusura dei confini finlandesi ha scatenato un effetto a catena nel nord del continente europeo. La portavoce della Guardia di frontiera dell’Estonia, Eve Kalmus, ha infatti reso noto che gli attraversamenti del confine tra Russia e il Paese baltico sono aumentati di circa il 25%.
Ad ogni modo Helsinki è appoggiata da Nato e Unione Europea. L’Alleanza Atlantica, di cui la Finlandia è fresco membro, tramite il segretario generale Jens Stoltenberg ha dichiarato che Helsinki ha tutta la solidarietà della Nato. L’Ue, invece, ha mostrato plasticamente il proprio supporto, con l’invio di materiale, equipaggiamenti e uomini dell’agenzia Frontex. D’altronde “il confine esterno della Finlandia è il confine esterno dell’Ue, e noi dobbiamo essere sicuri che sia pienamente protetto da qualsiasi minaccia” ha ricordato una portavoce della Commissione europea.
Chiusura confini Finlandia, la lotta alla dinsinformazione
Intanto, a proposito di guerra ibrida, dopo l’annuncio del governo del premier Petteri Orpo di chiudere i valichi è iniziata una campagna di disinformazione con l’obiettivo di collegare i flussi migratori che attraversano la Russia per finire in Finlandia con ciò che sta avvenendo in Medio Oriente. In particolare con le devastazioni provocate dalle bombe israeliane – e quindi occidentali – a Gaza.
Ci ha pensato Eu vs Disinfo, il progetto europeo che contrasta la diffusione di disinformazione, a smontare questa campagna. “Il riferimento alla guerra a Gaza, cercando di collegarla agli eventi attuali sul confine russo-finlandese, è un tentativo opportunistico di fomentare sentimenti antioccidentali. Non esiste una connessione simile, poiché la maggior parte dei migranti che tentano di raggiungere la Finlandia provengono da Iraq, Siria, Yemen e Turchia”, spiega il rapporto.
Il progetto della East StratCom Task Force ha anche smentito altre narrazioni diffuse nelle ultime settimane sulla controversia russo-finlandese.
Come quella per cui Helsinki ha organizzato la crisi migratoria proprio per trovare una scusa per chiudere le frontiere, o quella per cui è colpa degli Stati Uniti se la Finlandia è diventata un “vicino litigioso” per la Russia. Al momento tutti tentativi falliti, proprio come l’uso strumentale russo della pressione migratoria su Helsinki.
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