“Decideremo noi il luogo e il tempo della vendetta”. L’avvertimento di Ebrahim Raisi, alla folla di persone che ha partecipato ai funerali di alcune delle vittime dell’attentato di Kerman, è il primo commento del presidente iraniano a seguito dell’attacco di mercoledì. Un raid che ha portato alla morte di almeno 84 persone e il ferimento di molte altre avvenuto durante la commemorazione per il quarto anniversario dell’uccisione del generale Qassem Soleimani (capo delle operazioni all’estero dei Pasdaran e nemico numero uno di Israele) sulla cui tomba, Raisi, si è recato in segno di commemorazione 4 anni dopo la scomparsa causata del raid USA a Baghdad.

“Il nemico vede sempre il potere della Repubblica islamica – ha aggiunto Raisi -. Il mondo intero lo sta riconoscendo assieme alle sue capacità. Siate certi che l’iniziativa è nelle nostre mani e che saranno le forze armate a stabilire le circostanze della risposta”.

Op. Diluvio di Al Aqsa e la rivendicazione dell’Isis

L’operazione chiamata ‘Diluvio di Al Aqsa’, sarà a detta di Raisi la “fine di Israele”, ritenuta responsabile del raid. “La vittoria della verità – ha aggiunto – e la distruzione della falsità è una promessa divina”. Ieri l’Isis ha rivendicato l’attacco, precisando in una nota come “i due attentatori Omar al Mouwahid e Seif Allah al Moujahid che hanno fatto esplodere le loro cinture in mezzo alla folla, uccidendo e ferendo oltre 300 sciiti politeisti”, ma diverse autorità di Teheran restano convinte come dietro all’azione ci sarebbero gli Usa e Israele.

Visita in Turchia rimandata

La visita del presidente iraniano, Ebrahim Raisi, in Turchia per incontrare l’omologo Recep Tayyip Erdogan, in programma ieri ma rimandata in seguito alle esplosioni di mercoledì in Iran, si terrà presto. Lo hanno concordato i ministri degli Esteri di Teheran ed Ankara, Hossein Amirabdollahian e Hakan Fidan, in una telefonata, come riporta Irna. Durante le conversazioni, Amirabdollahian ha espresso gratitudine per il sostegno dimostrato da Ankara a Teheran in seguito all’attacco di Kerman.

Minacce a Israele anche da Hezbollah

“Una risposta a quanto accaduto nella periferia Sud di Beirut è inevitabile” ha ribadito il leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, in un passaggio del suo discorso in riferimento all’uccisione del numero due dell’ufficio politico di Hamas, Saleh Al-Arouri avvenuta nei giorni scorsi. Nasrallah ha aggiunto che “se Israele vince a Gaza, il Sud del Libano sarà il prossimo”.

Di contro il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant ha affermato che il tempo per gli sforzi diplomatici volti a porre fine alle tensioni tra Israele e Hezbollah sta per scadere. “Preferiamo il percorso di una soluzione diplomatica concordata, ma ci stiamo avvicinando al punto in cui la clessidra cambierà”, le sue parole riportate dal Times of Israel.

Redazione

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