Il caso Boccia, le dimissioni da ministro della Cultura, la gogna mediatica, l’inchiesta in corso, il ritorno in Rai e il ritorno, dopo mesi, a una vita “normale” in attesa di sbarcare nella Grande Mela come corrispondente Rai. O almeno è questo il sogno che coltiva Gennaro Sangiuliano che in questi mesi sta prendendo “lezioni specifiche di inglese” per mettere a punto “una certa terminologia politico-economica”. Nel frattempo presenta il suo ultimo libro dedicato a Donald Trump (“La rivincita”) e trascorre le giornate negli uffici Rai dove “leggo email, leggo i giornali, mi documento. Ah, ho fatto tutti i corsi di aggiornamento online della Rai e dell’Ordine dei giornalisti”.

Sangiuliano e il caso Boccia: “Sento ancora la persecuzione”

In una intervista al Corriere della Sera, l’ex ministro del governo Meloni, dimessosi lo scorso settembre, ripercorre i mesi appena trascorsi dopo il caso Maria Rosaria Boccia, sul quale sono adesso in corso le indagini della procura di Roma. Intanto Dagospia nei giorni scorsi ha pubblicato il decreto firmato da Sangiuliano quando era ministro. Decreto in cui nominava Boccia sua consulente.

“Quel documento non ha valore: c’è la mia firma autografa, era solo l’inizio di un iter molto complesso, serviva la firma digitale, oltre che la conclusione di tutta la trafila d’approvazioni” chiarisce il diretto interessato che ricorda di aver “presentato una decina di querele, tutte circostanziate e documentate” dopo aver “subìto un vero assalto mediatico, uno stillicidio, e le confesso che sento ancora la persecuzione. Di notte dormo male, ho risvegli continui. Le dicevo che passeggio, ma non in centro a Roma: temo ancora di essere fotografato. Preferisco andare in un parco pubblico con un amico”.

Sangiuliano: “Titolato per aver incarico all’estero”

Nel corso dell’intervista al Corriere, Sangiuliano, reintegrato come direttore a disposizione dell’amministratore delegato Rai, non conferma il possibile incarico a New York ma sostiene di essere “titolato ad avere un incarico all’estero” dopo aver scritto numerose biografie (“Hillary Clinton, Putin, Xi Jinping, Reagan, la vita di Lenin a Capri a cui una illustre firma del Corriere, Raffaele La Capria, dedicò una recensione”) e mentre sta studiando per la prossima sul leader turco “Erdogan, su cui farò il mio prossimo libro. Sa che era una promessa del calcio? Lo chiamavo il Beckenbauer turco”. Il tempo libero a disposizione c’è perché “ho oltre duecento giorni di ferie arretrati”.

 

 

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