L'editoriale
La sinistra sull’Aventino del moralismo. Quei muri ogni giorno più alti e solidi

Il Muro di Berlino fu demolito in pochi giorni dalla voglia di futuro. Il muro della Paura invece resta lì. Solido, ogni giorno più alto. Perché è fondato sul passato, sulla nostalgia del tempo che fu. La sinistra occidentale ci si attacca come fosse una coperta di Linus. Dai dazi all’immigrazione, dalle guerre ai diritti LGBT, dai cambiamenti climatici fino all’Intelligenza Artificiale, gli ex timonieri della democrazia suonano una sola musica: l’evocazione del nemico e della vicina apocalisse. Qualche giorno fa Paola Concia e Alessio De Giorgi lanciavano un appello: fino a ieri ci battevamo per i diritti universali degli omosessuali; quando è successo che la nostra bandiera si è affollata di terzi bagni, di gender fluid e di asterischi alla fine delle parole? E come possiamo pensare che su questo delirio woke ci seguano le persone reali? Soprattutto: come possiamo pensare che il culto dell’assurdo non spiani intere praterie ai Trump, ai Vannacci, ai neonazi tedeschi e agli altri profeti di un nuovo apartheid sessuale?
La paura dell’ignoto
Niente da fare. Chi non ci sta è un omofobo. Come sui diritti civili, sul resto del mondo. Il protezionismo di Trump non è un boomerang per gli Usa cui rispondere investendo sulla produttività, ma un rigurgito di fascismo. I flussi migratori incontrollati? Chi ne parla è intimamente razzista. E se un torturatore libico viene riaccompagnato in patria, il problema non è il rapporto dell’Italia con i paesi da cui partono i barconi, ma il governo Meloni “che deve riferire in Aula”. Su cosa, non si è ancora capito. Le guerre? Tutta colpa della destra sovranista e degli ebrei genocidi. Lo stesso per l’Intelligenza Artificiale. Invece di competere sull’innovazione e investire sulla formazione, si preferisce fomentare la paura globalista dell’ignoto. Qualche sketch virale, tipo il braccio alzato di Musk, fa il resto: eccoci tutti impegnati a fermare il maremoto con il cucchiaio di leggi, regolamenti e cavilli vari.
In Italia e nel mondo
La sinistra, che pure fu protagonista del Dopoguerra e del welfare, dei nuovi diritti e del riscatto dei deboli, non è più un pensiero politico. È un pulpito per le prediche. Il suo strumento di lavoro è il moralismo, la sua unica leva la paura, il suo argomento preferito il senso di colpa verso il mondo alla deriva. E perdere regolarmente le elezioni non è che l’esito dell’ignoranza delle masse. In Francia il socialismo è evaporato, in Germania l’Spd è un fantasma, in Italia il Pd è da anni il partito delle élite, negli Usa la Harris è stata asfaltata da un 80enne che ispirò l’assalto a Capitol Hill.
Meglio l’Aventino
Il governo europeo regge perché riunisce tutti contro i barbari. Ma non basta ancora per cambiare registro. Produrre idee praticabili, sperimentare soluzioni, persuadere le persone: tutti sforzi di umiltà di cui il complesso di superiorità non ha bisogno. A che serve convincere, quando puoi semplicemente scomunicare? Meglio rifugiarsi in un dorato Aventino camuffato da indignazione. Meglio abbandonare il campo, e poi gridare sempre più forte perché “gli altri” lo occupano tutto.
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