L'€conomista
La TV non è morta: Fast Channels e piattaforme OTT, un mercato che vale miliardi

Negli ultimi anni, l’industria televisiva ha vissuto una trasformazione radicale grazie all’avvento di nuove tecnologie e modelli distributivi. Alle tradizionali piattaforme televisive si stanno affiancando forme di distribuzione sempre più flessibili e accessibili, come i Fast Channels e le piattaforme OTT (Over-the-Top). Queste innovazioni stanno cambiando il modo in cui i contenuti vengono creati, distribuiti e monetizzati, aprendo nuove opportunità sia per i produttori di contenuti che per gli utenti.
I Fast Channels rappresentano una delle novità più contemporanee nel panorama televisivo. Sono i canali televisivi lineari che vengono distribuiti gratuitamente attraverso piattaforme streaming, supportati dalla pubblicità. A differenza delle altre piattaforme di streaming che si sono affermate negli ultimi anni, i Fast Channels offrono contenuti in modalità gratuita, rendendo la televisione ancora più accessibile e, quindi, democratica.
Una delle nuove realtà italiane protagonista di questa evoluzione è Persidera Media, da poco costituita da Persidera, il principale operatore di rete nazionale sul digitale terrestre, proprio per cogliere le possibilità di questa nuova forma di distribuzione. Non a caso si sta facendo sempre più spazio nella creazione e gestione di canali lineari in streaming, dando vita a un nuovo modello di distribuzione televisiva che si adatta alle esigenze del nuovo pubblico, sempre più orientato verso l’on-demand e la fruizione mobile, e che si sta affiancando alle modalità di distribuzione tradizionale. Del resto lo zapping è un’abitudine a cui il pubblico giovane è poco abituato.
Un pubblico che sa cosa vuole guardare, lo cerca e lo trova in ogni momento, anche grazie ai fast channels. E Persidera Media si è inserita proprio in questo segmento, come spiega il Ceo Guido Fermetti: «Cerchiamo di accompagnare la trasformazione della distribuzione televisiva in chiave multipiattaforma. Con esempi concreti come Motoretró, Gambero Rosso, Golf Television o Urania News, appena lanciati su Samsung Tv plus e circuito Android e che saranno poi diffusi su nuove piattaforme analoghe».Oggi, più che mai, i contenuti infatti devono essere accessibili su una molteplicità di piattaforme e dispositivi. L’audience moderna non si limita a guardare la televisione attraverso il televisore tradizionale, ma consuma contenuti su una varietà di touchpoint: smartphone, tablet, smart TV, e dispositivi di streaming come Amazon Fire Stick, Roku e Chromecast. «Abbiamo compreso questo cambiamento, ecco perché i nostri servizi di distribuzione multipiattaforma rispondono a questa esigenza, massimizzando la visibilità e l’engagement del pubblico», racconta Fermetti.
E poi c’è la pubblicità, un elemento centrale nel modello dei Fast Channels, perché consente agli editori di generare entrate mentre continuano a offrire contenuti di valore in modo accessibile a un pubblico ampio e, allo stesso tempo, realizzando contenuti verticali per specifiche comunità di appassionati. Ma qui il potenziale c’è e vale miliardi. Del resto, se si pensa che nel 2024 gli investimenti pubblicitari nel total digital hanno raggiunto i 4,2 mld di euro, superando la televisione tradizionale (3,9 mld di euro) e che nel frattempo le smart tv sono arrivate a più di 22mln in Italia, si comprende quanto questo mercato abbia un enorme potenziale di crescita. Per la cronaca, la stampa tradizionale è l’unica con trend decrescente: dal 2015 al 2014 gli investimenti adv sono passati da una raccolta di 1,2 mld di euro a 0,59 mld.
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