Propaganda e realtà
Le balle cinesi sul Covid, Xi Jinping annuncia il “miracolo” della sconfitta del virus: ma Pechino nasconde almeno un milione di morti

La gestione del Covid-19 in Cina, caratterizzata dalla strategia ribattezzata “Covid Zero”, è stata “un viaggio straordinario”, un successo. Lo mette nero su bianco il Comitato permanente del Politburo del Partito comunista cinese, presieduto dal presidente Xi Jinping, parole che sono poi ‘filtrate’ dalla riunione tenuta giovedì all’edizione odierna del Quotidiano del Popolo.
La repressione straordinaria prima, e l’abbandono improvviso di ogni misura di prevenzioni oggi, sono secondo il regime di Pechino “un miracolo nella storia umana, in cui una nazione molto popolosa ha attraversato con successo una pandemia”.
Secondo il massimo organismo di vertice del Partito comunista la Cina ha dunque “ottenuto una grande e decisiva vittoria nella sua opera di prevenzione e controllo del Covid-19 fino a novembre 2022”, promuovendo la strategia “Covid Zero” poi brutalmente fatta da parte a seguito delle prime proteste di massa.
Nessun cenno nel resoconto del Quotidiano del Popolo proprio alle proteste dello scorso anno, quando migliaia di cittadini stanchi dei lockdown, degli screening e delle quarantene di massa avevano spinto il governo a fare una repentina quanto clamorosa marcia indietro proprio sulle restrizioni, temendo per la tenuta sociale e l’ordine pubblico del Paese, oltre che per una economia sfinita.
Anzi, il documento del Comitato permanente del Politburo del Partito di cui rende conto il Quotidiano del Popolo sostiene che le misure messe in campo fino alla cancellazione della strategia “Covid Zero” abbiano consentito una “transizione morbida” e in “tempo relativamente breve“, permettendo l’accesso ai servizi medici di oltre 200 milioni di persone, con la cura di 800mila casi gravi e col tasso di decessi “più basso al mondo”.
Secondo Pechino i decessi ufficiali dallo scoppiare della pandemia sono 83.150 decessi: comparati alla gigantesca popolazione, parliamo di 6 morti ogni 100mila abitanti. Per fare un raffronto, in Italia dopo tre anni di pandemia siamo a 311 su 100mila abitanti, negli Stati Uniti 337, in Germania 200 e in Gran Bretagna 307, come sottolinea il New York Times.
Un “miracolo”, lo definisce il regime, che va salvaguardato: per questo, col virus che continua a diffondersi e mutare, il Comitato chiede ancora a tutti i dipartimenti di prestare attenzione e di procedere con la prossima campagna di vaccinazioni.
Nel resoconto della riunione non vi è cenno neanche alla richiesta del direttore generale dell’Oms , l’Organizzazione mondiale della Sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus, di “una risposta” sull’origine del Covid-19. “Questo problema – ha detto due giorni fa il numero dell’agenzia Onu – ha una dimensione politica e morale e dobbiamo continuare ad insistere finché non avremo una risposta”.
Ma tornando alla questione numeri, ovviamente i dati forniti da Pechino non tornano. Nella grande ondata di contagi nel Paese nei mesi di dicembre e gennaio, i primi sessanta giorni in cui il regime ha cancellato le restrizioni abbandonando la strategia “Covid Zero”, secondo i modelli degli epidemiologi occidentali circa l’80% della popolazione si è contagiata: i morti soltanto in questo periodo dovrebbero esser stati superiori al milione di persone.
After China ended “zero Covid,” the world’s most stringent Covid-19 restrictions, the virus exploded. Rough estimates from four separate academic teams suggest that between 1 and 1.5 million people died — far more than the official count. https://t.co/JvnzQYOzUS
— The New York Times (@nytimes) February 15, 2023
A questo enorme numero va aggiunto un enorme disclaimer: da un lato l’inattendibilità dei dati ufficiali forniti dal regime di Pechino, dall’altro che nel conto dei morti per Covid-19 in Cina non sono inclusi i pazienti deceduti in casa, ma solo quelli passati attraverso gli ospedali, dove ai medici viene “sconsigliato” di riportare il Sars-Cov-2 come causa di decesso.
© Riproduzione riservata