I numeri e immagini
Perché il Covid in Cina spaventa l’Occidente, tra dati mancanti e rischio varianti

Da quando la pandemia è esplosa in tutto il mondo gli occhi sono puntati sulla Cina. E da lì che secondo gli scienziati sarebbe iniziato tutto ed è proprio guardando a Oriente che nei mesi gli esperti hanno potuto capire cosa sarebbe successo e come sarebbe evoluta la pandemia. Ma attualmente le notizie sono contrastanti: da una parte i contagi sembrano aumentare, dall’altra le autorità cinesi hanno annunciato ieri, 26 dicembre, che l’obbligo di quarantena per chi arriva nel Paese dall’estero verrà abolito a partire dal prossimo 8 gennaio. Un’apertura che avviene dopo 3 anni di isolamento. In Italia intanto è l’influenza a preoccupare più del Covid, con un picco che dura da settimane e non ha mai visto precedenti.
Dalla Cina arrivano immagini allarmanti di ospedali pieni, pazienti a terra, e persone che viaggiano in metro coperti da teli di plastica. “Loro hanno sbagliato politica. Andare avanti con la linea degli ‘zero contagi’ non era possibile e in più dobbiamo considerare che il loro vaccino non è molto buono”, ha spiegato a Repubblica, Massimo Ciccozzi, responsabile dell’Unità di Statistica medica ed epidemiologia del Campus biomedico di Roma.
Per Ciccozzi a preoccupare è prima di tutto “il fatto che non comunichino i dati. L’Oms dovrebbe impuntarsi per averli, la Cina fa parte del mondo e questa è una epidemia globale, una pandemia appunto. Non possono non comunicare i loro numeri. In questo modo non siamo in grado di capire quello che sta succedendo ed adottare eventuali strategie”. A preoccupare in particolar modo sono le nuove varianti che potrebbero iniziare a circolare.
“E’ chiaro che se il coronavirus circola tanto una variante più contagiosa, che non appartenga allo sciame di sottovarianti di Omicron 5 che stiamo vedendo, può sempre nascere. Il rischio zero in epidemiologia non esiste”. Ciccozzi però non vuole essere pessimista. “Per ora abbiamo sempre visto l’evoluzione fare un passo avanti e non indietro. Il coronavirus è diventato via via più contagioso ma allo stesso tempo meno capace di fare danni. Come ormai sappiamo bene, Omicron 5 non scende nelle basse vie respiratorie ma si ferma in quelle alte, provocando patologie meno gravi di un tempo”. A preoccupare però è la Cina. “I cittadini cinesi si spostano in tutto il mondo, anche per motivi commerciali e io temo soprattutto il fatto che non ci dicano cosa succede da loro. Dovremmo saperlo, ad esempio per essere subito informati sulla nascita di nuove varianti”.
E paradossalmente da quando al Cina ha annunciato la nuova apertura c’è stato un boom di prenotazioni da tutto il mondo. I dati della piattaforma Qunar, citati dal Guardian, mostrano che entro 15 minuti dalla notizia, le ricerche di voli internazionali sono aumentate di sette volte. In molti starebbero provando a prenotare una vacanza in particolare in vista del Capodanno lunare cinese, una delle più grandi festività pubbliche nel Paese, che nel 2023 cadrà dal 21 al 27 gennaio. In previsione di un’accelerazione del flusso di turisti verso Tokyo, il governo giapponese guidato dal premier Fumio Kishida ha deciso di imporre ai viaggiatori provenienti dalla Cina l’obbligo di sottoporsi a un tampone per entrare nel Paese. Una decisione motivata anche dall’ambiguità di Pechino sul numero di contagi nel Paese.
Intanto l’Italia sta affrontando un’altra preoccupazione: l’influenza che sarebbe più devastante in quanto a sintomi del Covid stesso nella sua forma evoluta ad oggi. “C’è un virus del Covid che è in picchiata mentre da noi è il virus dell’influenza che è in decollo. È probabile, credo, che nelle prossime settimane avremo ancora dei casi perché stiamo per raggiungere il picco, forse l’abbiamo appena raggiunto, però dobbiamo vivere con un pochino più di tranquillità”, dice l’infettivologo Matteo Bassetti, infettivologo di Genova. “L’anno scorso predominava il Covid anzi era padrone indisturbato di tutte le infezioni respiratorie, quest’anno il Covid è una minoranza rispetto a tutti gli altri virus”.
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