Il dopo Marine
Le Pen, forza e limite del RN. Ora Bardella può inaugurare una nuova fase della destra
Marine ha cambiato il nome al partito fondato dal padre, ma non è bastato. Per puntare all’Eliseo serve ancora un salto di qualità:
Il giovane Jordan guarda alle elezioni presidenziali contro Macron e sinistre

Una tegola attesa quella che si è abbattuta su Marine Le Pen e il Rassemblement National, con la condanna della leader a quattro anni di carcere, due dei quali da scontare con il braccialetto elettronico, e all’ineleggibilità per cinque anni che le impedisce la partecipazione alle prossime elezioni presidenziali, in cui ad oggi è la favorita. Una sentenza che per la destra francese ed europea ha il sapore dell’evidente politicizzazione, per bloccare le aspirazioni di Le Pen all’Eliseo e favorire dunque i suoi avversari. Marine però la corsa alla presidenza l’ha persa per ben tre volte, e anche nelle ultime elezioni legislative anticipate l’ex Front National – dopo il successo travolgente del primo turno – è stato ingabbiato dalle tattiche messe in atto dalle sinistre unite e dal centro macroniano, che ha messo ancora una volta in evidenza i limiti di un partito che si avvicina alla conquista del potere per poi essere respinto.
Le Pen, ostacolo di se stessa
Un supplizio di Tantalo che neanche il giovane Jordan Bardella sembra riuscire a oltrepassare. Il perché, in fondo, è insito nella storia francese, anche in quella destra che nella sua declinazione gollista è stata ed è tuttora maggioritaria nel Paese ma che fatica ad accettare l’egemonia lepenista. Un primo importante passo l’ha fatto proprio Le Pen assumendosi la responsabilità di cambiare nome al partito fondato dal padre Jean-Marie, superando non poche resistenze della vecchia guardia e solcando un nuovo corso per una forza politica che si è trovata – con l’avvento di Macron e la deflagrazione dei gollisti – una vera e propria prateria a destra.
Ma il tempo ha finito per dimostrare che forse l’ultimo vero ostacolo per il salto di qualità del RN è proprio Madame Le Pen, capace di traghettare il partito in una fase nuova ma troppo legata – per ragioni storiche e familiari – a una stagione passata e oggi ancora estremamente divisa. Di qui il dato relativo alla sentenza odierna, alla quale Le Pen presenterà appello (fanno sapere i suoi legali). Ma le vie giudiziarie non seguono i tempi della politica, e ad oggi il Rassemblement National è chiamato a una valutazione politica sul da farsi, e quindi sul decisivo passaggio della successione tra Bardella e Le Pen.
Un passo necessario
Un passo storico ma necessario e che – pur nella drammaticità e amarezza delle condizioni in cui dovrà essere attuato – potrebbe favorire l’apertura di una stagione politica nuova fino alle elezioni presidenziali. Con Macron impossibilitato alla ricandidatura per il limite dei due mandati e con le sinistre frammentate, la destra francese potrà effettivamente provare un’unità politica e di intenti capace di costituire un fronte comune da opporre agli avversari. Perché se è indubbio che quando la giustizia influisce nettamente sulla politica gli interrogativi sono d’obbligo, è altrettanto vero che il compito dei partiti e degli attori politici è quello di ricercare le vie necessarie per il superamento di ogni ostacolo. Perché Marine Le Pen è stata la forza, ma anche il limite del RN, poiché ogni stagione ha la sua voce, ogni leader il suo tempo. E i tempi della politica o della storia non possono essere forzati, neppure agitando la carta d’identità.
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