Il Pil italiano corretto per gli effetti di calendario è diminuito dell’8,9% nel 2020. E’ quanto rileva l’Istat nella sua stima flash. Il dato del Pil stimato sui dati trimestrali grezzi vede invece una riduzione dell’8,8%.

Un crollo storico quello certificato dall’Istat, ma comunque leggermente inferiori rispetto al -9% stimato dal governo nella Nadef o del -9,2% previsto da d’Italia e Fondo monetario internazionale.

Nel quarto trimestre del 2020 il Prodotto interno lordo italiano si è contratto invece del 2% rispetto al trimestre precedente ed è diminuito del 6,6% nei confronti del quarto trimestre del 2019.

La variazione congiunturale, si legge in un commento dell’Istituto nazionale di statistica, è la sintesi di una diminuzione del valore aggiunto in tutti i principali comparti produttivi, ovvero agricoltura, silvicoltura e pesca, industria e servizi. Dal lato della domanda, vi è un contributo negativo sia della componente nazionale (al lordo delle scorte), sia della componente estera netta.

L’economia italiana registra, secondo Istat, una “nuova contrazione nel quarto a causa degli effetti economici delle nuove misure adottate per il contenimento dell’emergenza sanitaria” dopo il “robusto recupero del terzo trimestre”. Un risultato che “determina un ampliamento del calo tendenziale del Pil: da -5,1% del trimestre precedente a -6,6%. La stima preliminare che ha, come sempre, natura provvisoria, dal lato dell’offerta riflette soprattutto un netto peggioramento della congiuntura dei servizi, a fronte di una contrazione di entità limitata dell’attività industriale”.

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