Il calo nonostante Cig e blocco licenziamenti
Sulla disoccupazione altro flop del governo Conte: nel 2020 persi 440mila posti di lavoro
Nonostante il ricorso enorme alla cassa integrazione e al blocco dei licenziamenti più volte prorogato, con la promessa da parte del Governo che nessuno avrebbe perso il posto di lavoro causa Covid-19, il 2020 si chiude con 444mila occupati in meno in Italia, mentre l’attenuazione del calo che vi era stata luglio-novembre è di fatto già finita. A mettere nero su bianco i numeri della crisi del lavoro è l’Istat nell’ultimo report pubblico.
A dicembre tornano infatti a calare gli occupati e si registra un incremento dei disoccupati e degli inattivi. La diminuzione dell’occupazione (-0,4% rispetto a novembre, pari a -101mila unità) coinvolge le donne, i lavoratori sia dipendenti sia autonomi e caratterizza tutte le classi d’età, con l’unica eccezione degli ultracinquantenni che mostrano una crescita; sostanzialmente stabile la componente maschile. Nel complesso il tasso di occupazione scende al 58,0% (-0,2 punti percentuali). Lo rileva l’Istat.
A dicembre, il numero di inattivi cresce (+0,3%, pari a +42mila unità) tra donne, 15-24enni e 35 49enni, mentre diminuisce tra gli uomini e le restanti classi di età. Il tasso di inattività sale al 36,1% (+0,1 punti).
“A dicembre – commenta l’Istat – l’occupazione torna a diminuire, interrompendo il trend positivo che tra luglio e novembre aveva portato a un recupero di 220 mila occupati; il calo occupazionale è concentrato sulle donne e coinvolge sia i dipendenti sia gli autonomi. Inversione di tendenza anche per la disoccupazione che, dopo quattro mesi di progressivo calo, torna a crescere portando il tasso al 9%. I livelli di occupazione e disoccupazione sono inferiori a quelli di febbraio 2020 – rispettivamente di oltre 420 mila e di quasi 150 mila unità – e l’inattività risulta superiore di oltre 400 mila unità. Rispetto a febbraio 2020, il tasso di occupazione è più basso di 0,9 punti percentuali e quello di disoccupazione di 0,4 punti”.
NEL 2020 PERSI 444MILA POSTI – Le ripetute flessioni congiunturali dell’occupazione registrate tra marzo e giugno 2020, unite a quella di dicembre, hanno portato l’occupazione a un livello più basso di quello registrato nel dicembre 2019 (-1,9%, pari a -444mila unità). La diminuzione coinvolge uomini e donne, dipendenti (-235mila) e autonomi (-209mila) e tutte le classi d’età, ad eccezione degli over50, in aumento di 197mila unità, soprattutto per effetto della componente demografica. Il tasso di occupazione scende, in un anno, di 0,9 punti percentuali. Lo rileva l’Istat.
Il tasso di disoccupazione sale al 9% (+0,2 punti), quello giovanile al 29,7% (+0,3 punti) #istat https://t.co/fFBgmMWXBk pic.twitter.com/peU7IkarQJ
— Istat (@istat_it) February 1, 2021
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