La quarantena e il post-Covid
L’emergenza chiama, l’associazione culturale risponde: “Ci siamo reinventati per aiutare scuole, famiglie e medici”
Scuola, relazioni, affetti, famiglia. Tutte componenti essenziali nella nostra società ma che con l’incombere della pandemia da coronavirus hanno subito delle notevoli difficoltà. La realtà in cui siamo piombati con l’arrivo dell’emergenza covid-19 ci ha catapultati in una dimensione isolante e spesso alienante, non considerando le diversità e quanto le principali istituzioni di accudimento e cura della persona diano un grosso contributo all’aspetto sociale. In questo le associazioni culturali che operano sul territorio con l’obiettivo di integrazione sociale e il benessere dell’individuo, della coppia, della famiglia e della comunità sono state un appoggio fondamentale in questi mesi di quarantena, supportando le famiglie e i ragazzi nella vita di tutti i giorni. La loro routine quotidiana è stata stravolta, ma le associazioni territoriali hanno saputo contribuire a farli sentire meno soli. Così come hanno apportato un fondamentale aiuto alle scuole e alle insegnanti in questa fase di cambiamento.
LA TESTIMONIANZA – Infatti, gli enti del terzo settore hanno dovuto anche loro riadattarsi alle nuove tecnologie e ad un modo nuovo per essere di supporto a scuole, famiglie e ragazzi. Lo schicco di grano è uno di questi. Operante nel quartiere 5 di Firenze, l’associazione di promozione sociale attraverso il racconto della Presidente Barbara Calcinai e della collega psicologa Paola Fusco ci dimostra quanto possa essere determinante l’intervento di queste realtà nelle dimensioni sociali. “L’associazione si è fermata ma non si sono fermate le nostre idee. Riadattarsi in una situazione come quella della pandemia ci ha spinto a trasformare i limiti in risorse: le dirette attraverso i canali social ci hanno permesso di sostenere i nostri soci e i vari enti soddisfacendo le loro richieste e i loro bisogni. Non li abbiamo mai lasciati soli”, spiega Barbara al Riformista. “Il nostro obiettivo è stato quello di intercettare i bisogni primari dei genitori e delle scuole e soddisfarli. In questo stallo di due mesi abbiamo cercato più che mai di essere presenti attraverso incontri e conferenze social su temi come la dipendenza affettiva, la gestione delle relazioni dando una risposta individuale ai singoli bisogni”. Infatti, tra le persone che hanno dovuto confrontarsi con realtà professionali e personali non indifferenti sono stati soprattutto i medici dei reparti covid, i quali sono stati tra i primi a chiedere aiuto. Come ci racconta Barbara:”Abbiamo pensato ai bisogni degli operatori sanitari e volevamo dare la giusta attenzione aprendo uno sportello interamente dedicato a loro, i quali erano psicologicamente provati soprattutto per le loro famiglie e i loro affetti più cari”.
Un altro tema spinoso per le famiglie in questi due mesi di chiusura totale è stato quello di come passare il tempo, soprattutto con i loro bambini. Lo schicco di grano si è resa attiva in questo senso fornendo delle indicazioni preziose ai genitori in difficoltà, anche tendendo presente le problematiche che potranno sorgere al ritorno alla “normalità”: “I bambini e i ragazzi non sono più abituati alla collettività, hanno disimparato a stare insieme. La presenza dell’altro ora può essere vissuta con timore. Ci saranno sicuramente delle ripercussioni, ma i ragazzi hanno tante risorse e noi siamo pronti per aiutarli ad affrontare questo cambiamento”. Come ci spiega anche Paola, questo potrà essere possibile anche grazie al grande contributo che le famiglie e le scuole hanno dato in questi mesi continuando ad affidarsi all’associazione soprattutto per la didattica a distanza: “Sia i genitori che le scuole hanno continuato a chiedere il nostro supporto e noi ci siamo rese disponibili reinventandoci. La collaborazione è continuata soprattutto per non perdere quanto acquisito nei mesi precedenti, in particolar modo per i ragazzi affetti da disturbi del linguaggio e/o dell’apprendimento”, continua la psicologa, “per questo ci siamo date da fare in maniera specifica per la didattica a distanza. Ci siamo attrezzate fornendo dei fascicoli di buona pratica con l’obiettivo di dare agli insegnanti una cornice di riferimento per la buona continuazione scolastica per loro, per i ragazzi e per le loro famiglie”.
GLI AIUTI – Per poter realizzare tutto questo, Barbara e Paola ci spiegano quanto sia importante per un’associazione fare rete territoriale acquisendo fondi sia dagli enti istituzionali che dalle famiglie stesse: “La nostra associazione si avvale di fondi regionali, di bandi ma soprattutto dei soci che con una quota annuale di 10 euro possono sostenere e usufruire delle nostre attività”. Come ci spiegano le due psicologhe, la quarantena non ha frenato l’acquisizione di nuovi soci e ha contribuito a tenere saldi i punti di contatto già presenti: “Il nostro cavallo di battaglia è sempre stato quello di essere flessibili, per questo anche nel periodo della pandemia ci siamo reinventati per esserci e rinascere con i nuovi dispositivi a disposizione. E’ stato un momento proficuo per pensare ad altre attività e aprire un ventaglio di possibilità trasferendole non solo più fisicamente ma anche online”. “Usiamo i nostri canali per dare risposte ai bisogni – conclude Barbara – questo ci ha permesso di saper raccogliere tutte le difficoltà e organizzare giornate formative per dare un contributo essenziale alle varie realtà sociali”.
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