Gentile Direttore,
in merito all’articolo pubblicato dal Riformista dal titolo “La loggia segreta, i dardi a Conte, i silenzi di Davigo, i giornali al giogo”, a firma di Paolo Comi, facciamo riferimento all’ipotesi riportata in base alla quale Eni avrebbe pagato Amara in cambio di azioni corruttive volte a favorire l’azienda e il suo vertice.

A questo proposito, Eni, oltre a ribadire il proprio ruolo di parte lesa nell’ambito delle indagini sul cosiddetto depistaggio, smentisce categoricamente di avere mai versato somme di denaro a Piero Amara al fine di ottenere favori giudiziari a protezione della società e dei suoi vertici. Cogliamo l’occasione per ricordare che Piero Amara è stato citato in giudizio da Eni per il risarcimento dei danni causati dal suo comportamento, ed è stato altresì querelato e denunciato da vari manager della società in relazione a svariate false affermazioni e false dichiarazioni da lui rese in vari procedimenti.

Infine, ricordiamo che Eni ha denunciato alla magistratura per truffa la società Napag, in cui Amara ha significative cointeressenze economiche, frutto anche dell’attività criminale della stessa in danno di Eni.