Retroscena sui giorni della crisi di governo del premier
Lista Draghi alle elezioni, il premier si sfila: “Basta politica, ho altre idee per il futuro, lasciatemi fuori”
Per Draghi la crisi di governo, le dimissioni, le elezioni sono state un “divorzio unilaterale” deciso dal centrodestra dopo “l’ingenuità” del Movimento 5 Stelle. Il Corriere della Sera pubblica un lungo retroscena a firma Francesco Verderami sulla crisi di governo: un’occasione che i leader della Lega e Forza Italia, Matteo Salvini e Silvio Berlusconi, avrebbero sfruttato. Come se avessero schiacciato la palla alzata dall’ex premier e leader M5s Giuseppe Conte. Proprio i grillini hanno compromesso l’equilibro dell’esecutivo, il Capitano del Carroccio non rispondeva a telefono, il Cavaliere giocava “a specchio”.
Draghi sarebbe tutt’ora convinto che senza la “sciocchezza” del Movimento 5 Stelle il governo sarebbe potuto andare avanti anche con tutte le difficoltà e le richieste e le tensioni dei partiti. “Siete dei rompiscatole, tanto lo so che domani vi inventerete un’altra cosa”, avrebbe detto in più occasioni chiudendo le telefonate Draghi. Non era stanco come ha detto Berlusconi, non voleva pieni poteri come ha accusato Meloni.
I cinque giorni dopo le dimissioni, quelli prima delle comunicazioni in Senato che hanno fatto precipitare irreversibilmente l’esecutivo, quelli dopo il non voto del Movimento al dl aiuti, sono stati “un susseguirsi continuo di telefonate con il capo dello Stato: cinque, sei, sette . . . A un certo punto abbiamo perso il conto”, dicono da Palazzo Chigi. Il premier avrebbe provato invano a mettere insieme i cocci della maggioranza. Telefonate anche internazionali: appelli affinché non mollasse. Draghi a negato un contatto diretto con il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden.
L’ex governatore della Banca Centrale Europea si sarebbe convinto che a niente sarebbe servito un “approccio più mellifluo” in Senato “perché tutto era stato deciso”. E infatti c’è andato già pesante, soprattutto con la Lega- I grillini non “volevano ricucire” e Salvini era d’accordo con Berlusconi. La conferma l’aveva avuta all’incontro con il centrodestra di martedì sera: in giornata la protesta di Lega e Forza Italia per l’incontro con il segretario del Partito Democratico Enrico Letta. “Aveva chiesto di vedermi, allora gli ho detto di venire qui. Sarà stato un errore ma …”, i virgolettato riportati dal quotidiano, incluso un lapsus del presidente di Fi Antonio Tajani: “Nessuno di noi ha mai messo in dubbio la tua malafede”.
Draghi adesso resterà in carica per gli affari correnti. È strattonato dal centrosinistra e dal centro, pangea ancora in formazione in vista del voto. Lui si sarebbe sottratto al gioco dei partiti perché non voleva perdere il suo profilo super-partes, e in questi giorni avrebbe già rifiutato la proposta di alcuni esponenti politici di usare il suo nome per la loro lista: “Lasciatemi fuori. Basta con la politica, ho altre idee per me in futuro”. Resta il rammarico per non aver potuto portare a termine la sua missione.
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