Da anni i geologi italiani portano avanti una battaglia, quella per l’aggiornamento della Carta Geologica Italiana. Uno strumento fondamentale in un territorio come l’Italia che mese dopo mese si manifesta in tutte le sue fragilità. Non solo: un territorio in continua evoluzione che va studiato, conosciuto ma soprattutto mappato per evitare tragedie come la più recente avvenuta a Casamicciola sull’Isola d’Ischia. Passano i governi ma l’allarme dei geologi sembra rimanere sempre inascoltato a almeno lo è stato per metà. Il risultato è che la colossale opera di mappatura rimasta ferma per 20 anni e ripresa nel 2020 rischia di fermarsi a metà dell’opera.

“La Protezione civile in dieci anni ha dichiarato 123 stati di emergenza per alluvioni e frane che hanno determinato circa 270 morti e un miliardo all’anno per danni cagionati. L’Italia è un paese fragile. Il 94% dei comuni è soggetto a rischi”. “Nella legge di bilancio non è previsto il rifinanziamento della carta geologica. È grave. La Spagna che non ha le fragilità geologica dell’Italia è alla seconda rigenerazione della carta geologica”, ha detto il deputato del Movimento 5 stelle Sergio Costa intervenendo a Montecitorio nel dibattito conseguente l’informativa urgente del ministro della Protezione civile e Politiche del Mare Sebastiano Musumeci relativa alla tragica frana di Ischia.

La legge di bilancio del 2019 aveva stanziato 5 miliardi di euro per tre anni per proseguire l’opera dei geologi per visitare i luoghi con bussola e martello, e disegnare le mappe tracciando centimetro dopo centimetro tutto il territorio. Già all’epoca la Società Geologica Italiana era rimasta tiepida: “Tale finanziamento rappresenta un segnale importante per il Paese, ed è il risultato positivo di una battaglia fortemente sostenuta dalla Società Geologica Italiana. Bisogna tuttavia ricordare che la cifra stanziata rappresenta solo un piccolo passo verso il completamento della copertura nazionale; a fronte di 355 fogli ancora da finanziare, lo stanziamento previsto per il prossimo triennio sarà in grado di coprire la realizzazione di circa 25 fogli”, disse in una nota. Ma nell’ultima manovra licenziata dal Governo Meloni sembrerebbe non esserci traccia di un nuovo finanziamento.

Come ricostruito da Repubblica, la mappatura era iniziata decenni fa, continuata tra il 1989 e il 2000, portata avanti dall’Ispra in collaborazione con Regioni e università. In 11 anni furono realizzati 281 fogli geologici, in scala 1 a 10mila. Per coprire l’intera penisola di fogli però ne servono 636. Poi dal 2000 il lavoro si è fermato per 20 anni ed è ripreso nel 2020 grazie ai fondi stanziati dalla legge di bilancio del 2019: 5 milioni l’anno dal 2020 al 2022, poi aumentati per un totale di 31 milioni di euro. Basti pensare che la realizzazione di ogni singolo foglio costa circa 550mila euro in base a quanto un territorio sia impervio. Negli ultimi anni sono stati realizzate in tutto 348 mappe, poco più della metà ma alcune potrebbero essere già vecchie vista la rapidità delle evoluzioni del territorio.

La tragedia di Ischia riporta alla memoria le battaglie fatte in passato dai geologi per continuare quell’importantissimo lavoro. “I cambiamenti climatici a cui stiamo assistendo non li possiamo fermare con una mano, tantomeno con una carta geologica, che non è una bacchetta magica. Lo strumento però – ha detto Maria Teresa Lettieri, responsabile in Ispra del servizio per la Geologia strutturale e marina, il rilevamento e la cartografia geologica, intervistata da Repubblica – consente di conoscere il territorio nel modo migliore per poterlo difendere. È un’infrastruttura scientifica necessaria, un patrimonio informativo, culturale e scientifico a disposizione della comunità, indispensabile alla salvaguardia della vita dell’uomo”.

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Giornalista professionista e videomaker, ha iniziato nel 2006 a scrivere su varie testate nazionali e locali occupandosi di cronaca, cultura e tecnologia. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Orgogliosamente napoletana, si occupa per lo più video e videoreportage. È autrice anche di documentari tra cui “Lo Sfizzicariello – storie di riscatto dal disagio mentale”, menzione speciale al Napoli Film Festival.