Un bambino di sette mesi è entrato in prigione, in Emilia Romagna, perché sua madre deve scontare un residuo di pena di venti giorni. Avete letto bene: venti giorni. Avete idea di chi sia un bambino di 7 mesi? Voi pensate che sia ragionevole imporre una punizione fisica, corporale, così severa a un neonato, per la semplice ragione, totalmente burocratica, che sua madre per qualche ragione che non vogliamo neppure conoscere, deve scontare una pena di tre settimane?

Voi riuscite a immaginare come possa una persona prendere una decisione di questo genere, o comunque non impedirla in qualche modo? Qual è la ragione di questo arresto di un bambino?

A occhio una sola: dare soddisfazione a quelli che chiedono la certezza della pena. Mancano venti giorni, li sconti! Basta col buonismo. È così? Ora l’Italia a 5 Stelle, che fonda tutto sull’ideologia delle manette, della repressione, del carcere, l’Italia travaglina è più contenta. Ora si sente al sicuro? Nei giorni scorsi è stato arrestato anche un altro bambino. Più grande. Quasi un anno e mezzo. La mamma è in custodia cautelare. Cioè è formalmente innocente, sta in cella solo perché agli inquirenti è più comodo così. Ma che gente è questa?

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Giornalista professionista dal 1979, ha lavorato per quasi 30 anni all'Unità di cui è stato vicedirettore e poi condirettore. Direttore di Liberazione dal 2004 al 2009, poi di Calabria Ora dal 2010 al 2013, nel 2016 passa a Il Dubbio per poi approdare alla direzione de Il Riformista tornato in edicola il 29 ottobre 2019.