Il nuovo terremoto che si è abbattuto sulla magistratura e che chiama in causa la Procura di Milano, l’ex Consigliere del Csm Piercamillo Davigo, ‘corvi’ e logge segrete ha scosso naturalmente anche i palazzi della politica.
L’onorevole di Forza Italia, Pierantonio Zanettin, ex laico del Csm dichiara al Riformista: «Pur se in attesa di definire i contorni, si tratta comunque di una vicenda torbida: all’interno del Consiglio Superiore della Magistratura c’è un corvo. In più traspare poca linearità da parte di diversi protagonisti sia dentro che fuori il Csm. Su tutto questo dovrà indagare la magistratura. In generale si tratta di un ulteriore gravissimo scandalo che getta discredito sulla magistratura.  Al posto del dossieraggio, i magistrati hanno tutti gli strumenti per fare gli accertamenti». Sulla via alternativa a quella di consegnare i fascicoli a Davigo, Zanettin ci precisa: «Credo che Storari avesse il dovere di trasferirli al Procuratore Greco per poi farli transitare, come previsto dalla legge, al Comitato di Presidenza del Csm che poi li avrebbe passati alla commissione di interesse o anche alla Procura generale di Cassazione che svolge gli accertamenti disciplinari nei confronti dei magistrati. La strada da lui intrapresa mi pare irrituale».

Duro anche il commento del leader IV Matteo Renzi: «Incredibile. Per due anni ci hanno fatto credere che il problema fosse un singolo magistrato, Luca Palamara. Ogni giorno che passa scopriamo qualcosa di nuovo. Trovarsi un comodo capro espiatorio non è la soluzione, mai. E, infatti, i problemi nascosti sotto il tappeto continuano a venire fuori. Sono certo che il giudice Davigo – che da anni ci fa la morale in tutte le trasmissioni TV cui partecipa e dalle colonne de il Fatto Quotidiano – saprà spiegare questa strana vicenda». Per l’onorevole Gennaro Migliore di IV, «ci sono degli elementi da chiarire con grande precisione da parte dell’ex consigliere Csm Piercamillo Davigo: lui ha ricevuto materiale riservato e anche la sua ex segretaria, da quello che si apprende da fonti di stampa, lo avrebbe diffuso ad altre persone». Gli chiediamo se tale vicenda possa rafforzare la necessità di una commissione di inchiesta sulla magistratura: «Essendo un caso specifico, credo che dovrebbe essere il Csm a prendere le distanze da quanto accaduto e a pretendere chiarezza».

Mentre il deputato di Azione, Enrico Costa, ci aggiunge: «Non potendo intervenire su procedimenti in corso, posso però dire due cose. La prima è che è evidente che la vicenda accrescerà il distacco tra magistratura e cittadini e crea un certo disorientamento. La seconda è che gli atti giudiziari stanno da tutte le parti tranne dove dovrebbero stare». Per Walter Verini, deputato Pd della Commissione Giustizia, «la magistratura vive una crisi di credibilità. La stragrande maggioranza dei magistrati svolgono il loro lavoro al servizio della Giustizia. Gli stessi nuovi vertici dell’Anm sono impegnati in un’opera di rinnovamento. La politica deve chiedere chiarezza e accompagnare questa fase senza ingerenze improprie, ma con un’azione di riforma in grado di tutelare pienamente le istituzioni, di difendere l’autonomia e l’indipendenza della magistratura».

Per le deputate e i deputati della commissione Giustizia del Movimento 5 Stelle « è una vicenda su cui è necessario fare la massima chiarezza. È sempre più urgente l’approvazione del disegno di legge di riforma del Csm. Ai rappresentanti di alcune forze politiche che ne approfittano per ribadire la presunta necessità di una commissione di inchiesta sulla magistratura, ribadiamo che non è nemmeno ipotizzabile che il Parlamento indaghi su un altro potere dello Stato». Di parere opposto l’onorevole di FI, Matilde Siracusano: «Forza Italia continua a ritenere indispensabile l’istituzione di una Commissione di inchiesta sulla magistratura. Serve una riforma, ma prima occorre avere tutti gli elementi di verità per poter operare al meglio».