Esteri
L’orgoglio di Chico Forti: “Non mi lascerò sopraffare da questo subdolo virus”
Sta bene, “forte come un leone”, e non ha intenzione di cedere di fronte a questo “subdolo virus”. Enrico (detto “Chico“) Forti scrive dal carcere di massima sicurezza di Florida City e lo fa per rendere note le sue condizioni e tranquillizzare gli italiani che hanno mostrato vicinanza e solidarietà alla sua causa da ormai quasi due decenni. “Qui dentro per fortuna zero casi – scrive – ovvio, hanno implementato un sacco di restrizioni”.
Chico Forti è diventato celebre per la sua vicenda che risale al 1998. Il 15 febbraio di quell’anno il velista e produttore televisivo italiano venne arrestato con l’accusa di aver ucciso Dale Pike, figlio di Anthony Pike, imprenditore dal quale Forti stava acquistando il Pike Hotel sull’isola di Ibiza, in Spagna. Dubbi e lati oscuri sulla vicenda – e quindi sull’incarcerazione e sulla colpevolezza dell’uomo – hanno continuato ad alimentarsi per quasi vent’anni. Forti si trova comunque dal 2000 recluso presso il carcere di massima sicurezza del Dade Correctional Institution di Florida City dopo essere stato giudicato colpevole “oltre ogni ragionevole dubbio”.
L’uomo nella sua nota ha descritto le condizioni di vita nel carcere ai tempi dell’emergenza: “Un’ora di ricreazione ogni due giorni, massimo dieci persone sedute distanziate di due metri negli edifici esterni ai dormitori, sospese tutte le visite ed il volontariato, test applicati ad ogni lavoratore che entra, sospese le trasferte di prigionieri sia in entrata che in uscita, un dormitorio aperto è stato evacuato e riadattato come possibile zona di quarantena per eventuali casi futuri. Si deve camminare separati a distanza di due metri. E tutto questo mi sta bene – chiosa Forti – perché dopo tutto è per la nostra salvaguardia. Non preoccupatevi, ho troppa voglia di tornare a casa, per lasciarmi sopraffare da questo subdolo virus”.
Forti aveva scritto qualche mese fa al ministro degli Esteri Luigi Di Maio esortandolo a intervenire sulla sua situazione. Nessun titolare del dicastero della Farnesina è riuscito in vent’anni a fare passi avanti sulla questione. “Sono agli sgoccioli di una riserva che ritenevo inesauribile. Sono stanco”, scriveva in quel caso.
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