Il cartoon in uscita il 18 giugno
‘Luca’, il film Disney di Casarosa ambientato in Italia: “La mia infanzia ora è una favola”

Fa un po’ tornare a sognare quel famoso Sogno Americano, l’American dream che tanto ha alimentato le speranze di generazioni, la magnifica storia di Enrico Casarosa, disegnatore di successo della Disney Pixar che debutta come regista al lungometraggio d’animazione con Luca, dal 18 giugno su Disney+. Nato a Genova, Casarosa è cresciuto in Italia a pane e animazione giapponese da cui ha tratto sempre ispirazione per i suoi lavori fino a che, a vent’anni, si è trasferito negli Stati Uniti per perseguire il suo sogno animato, iscrivendosi alla School of Visual arts and Illustration del Fashion Institute of Technology di New York City. Dopo la scuola, la gavetta come storyboard artist ai Blue Sky Studios su film come L’era Glaciale e Robots, poi il Disney Channel e infine, finalmente, i Pixar Animation Studios nel gennaio del 2002. Arrivano i primi lavori come story artist: Cars e i vincitori dell’Oscar Ratatouille e Up.
Il nome di Casarosa non arriva però alle nostre orecchie fino a quando non scopriamo nelle sale, proiettato prima del film Ribelle – the Brave nel 2012, il suo primo cortometraggio, il suo debutto alla regia: La Luna. Un piccolo racconto di formazione di un ragazzino che, accompagnato da nonno e papà, prende in mano l’attività di famiglia: liberare la Luna dalla miriade di stelle che la ricoprono ogni giorno. L’incanto di La Luna consegna a Enrico Casarosa il lasciapassare per lavorare al suo primo lungometraggio anche se nel frattempo continuerà a lavorare come story artist su Il viaggio di Arlo e il premio Oscar Coco. Cosa c’è di meglio del coronare il proprio sogno d’animazione con una storia autobiografica che parla delle proprie radici e omaggia il proprio paese d’origine? Nulla a giudicare dal sorriso di Casarosa, in collegamento dalla sua casa di Berkeley in California in cui vive con moglie, figlia e tre galline. Il regista ci apre così le porte di Luca e del mondo della sua infanzia che diventa finalmente patrimonio dell’immaginario Disney e di tutti i bambini là fuori. «Come capita spesso, più ti allontani dalle tue radici e più impari ad apprezzarle».
Con questa frase nostalgica Casarosa racconta il suo approccio a Luca, storia di due mostri marini pre-adolescenti, Luca e il suo nuovo amico Alberto, alla scoperta del mondo in superficie tra nuovi amici e corse in bicicletta e Vespa, in un’estate che cambierà la loro vita. «Sono nato a Genova, città di mare sulla Riviera, ero un ragazzino timido e con una famiglia iperprotettiva e quando ho incontrato il mio migliore amico a 11 anni, mi si è aperto un mondo», racconta il regista. E prosegue: «Lui era un po’ un combinaguai e non aveva nessuno adulto che lo controllasse e io mi sono ritrovato a seguirlo, imitarlo, mettermi anche io nei guai e questa storia nella mia vita mi ha fatto pensare a quanto troviamo noi stessi grazie alle amicizie, a quanto un’amicizia può aiutarci a capire come e chi vogliamo essere da grandi». Definita dallo stesso Casarosa come «una lettera d’amore alle estati della nostra giovinezza», Luca si avvale delle voci e del carisma di giovani ma già esperti attori come Jacob Tremblay nel ruolo di Luca, attore già amato in Room e Wonder, Jake Dylan Grazer, scoperta di Luca Guadagnino per la serie We Are Who We Are ed Emma Berman, nel ruolo di Giulia, l’amica terrestre dei due.
Accanto a loro, i “genitori” di Luca: Maya Rudolph e Jim Gaffigan. A proposito di estati, è su quelle di Enrico Casarosa nei paesini vicino Genova che si ispira il film: «Quella della Riviera, vicino a dove sono nato, è una costa molto particolare perché è molto ripida: le montagne escono dal mare. Le città sono bloccate nel tempo: sono davvero pittoresche. Le ho sempre immaginate come dei piccoli mostri che escono dall’acqua, da lì l’idea dei mostri marini», spiega. Casarosa poi procede a descrivere il processo di costruzione dei personaggi e delle storie alla Pixar, partendo appunto da idee così concrete come i ricordi di infanzia: «A Pixar iniziamo sempre pensando all’essenza dei personaggi. Nel caso di Luca, la sua essenza era la curiosità e la sua voglia di capire il mondo. Questa era la cosa più importante per me e l’ho rubata a me stesso perché anche il bambino di La Luna, il mio cortometraggio, aveva questa caratteristica, questo voler comprendere il mondo, conquistarlo».
Per la parte grafica invece, Enrico Casarosa ha mantenuto le influenze del paesaggio italiano in cui è cresciuto e le ha fuse con i suoi lavori precedenti e le ispirazioni dalle similitudini tra creature marine e terrestri: «Per le caratteristiche fisiche, nel caso di Alberto ad esempio, quando l’abbiamo disegnato come mostro marino, abbiamo immaginato un nuotatore veloce e abbiamo pensato ai tonni pinna blu e a come renderlo un po’ più aggressivo e scaltro rispetto a Luca che è più innocente e ha delle forme un po’ più arrotondate. Amo disegnare con i colori ad acqua e ho provato a dare ai disegni un senso di imperfezione, un po’ come un quadro espressionista», conclude. Grazie a Luca, tutti, soprattutto i ragazzini di tutto il mondo, conosceranno Porto Rosso, i gelati, la focaccia, le strade ripide dei paesini delle Cinque Terre e la musica di fine anni 50 inizio 60, anche se l’obiettivo del regista è sempre stata quella di creare un’ambientazione senza tempo. «Quei cinque paesi sono deliziosi: in un certo senso è come se fossero bloccati nel tempo, dato che sono così piccoli», ricorda Casarosa a una virtuale platea mondiale.
E sottolinea: «Ci sono tantissimi personaggi. Questi piccoli paesini hanno tutti i soliti sospetti: il poeta, i pescatori e i chiacchieroni». Se si guarda indietro a tutti i film Pixar, in effetti una storia così mancava all’appello. Enrico Casarosa conferma questa riflessione e illustra il perché della nascita di questo film sulle amicizie che ti cambiano la vita: «Ho realizzato che a Pixar non avevamo ancora fatto un film sui ragazzi che fanno i ragazzi, una storia alla Stand by me per intenderci, e questo è stato parte della decisione di fare questa storia e in più volevo raccontare dell’età pre-innamoramento, quella in cui non pensiamo ancora all’amore, a trovare un fidanzato o una fidanzata ma tutto è ancora incentrato solo sull’amicizia. Queste sono le cose che avrei voluto vedere sullo schermo».
© Riproduzione riservata