«Il ministro della Giustizia è a conoscenza delle circostanze riportate ieri dal Riformista? Quali sono gli orientamenti in ordine alla permanenza in carica del professor Massimo Luciani in seno alla Commissione ministeriale per la riforma dell’ordinamento giudiziario e del Consiglio superiore della magistratura?». Lo ha chiesto ieri il capogruppo di Forza Italia in Commissione giustizia alla Camera Pierantonio Zanettin dopo che, in esclusiva, avevamo dato la notizia che il consigliere Giuseppe Cascini aveva sponsorizzato Luciani, ordinario di diritto costituzionale all’Università la Sapienza, per l’incarico di vice presidente del Csm. La circostanza era emersa dalla deposizione di Antonello Racanelli, procuratore aggiunto a Roma, davanti al Csm il mese scorso.

Nel luglio 2018, quando stava scadendo la scorsa consiliatura del Csm e il Parlamento doveva votare gli otto componenti laici di Palazzo dei Marescialli, Cascini, esponente della sinistra giudiziaria di Area e procuratore aggiunto a Roma, aveva chiesto all’allora segretario generale di Magistratura indipendente Racanelli, il sostegno alla candidatura di Luciani alla vice presidenza dell’organo di autogoverno della magistratura. Ottenuto un diniego, i cinque togati di Mi al Csm avevano deciso di votare per Alessio Lanzi, laico in quota Forza Italia, la candidatura di Luciani sfumò. Per la cronaca sfumò anche la candidatura di Lanzi dal momento che i togati di Mi finirono infatti per votare il dem David Ermini.

«Non vi è nulla di illegittimo – puntualizza Zanettin – nella aspirazione di Luciani di ricoprire il ruolo di vice presidente del Csm, con il sostegno della sinistra giudiziaria, tuttavia a giudizio dell’interrogante, tale circostanza avrebbe dovuto indurlo a rifiutare, per motivi di evidente opportunità, la presidenza della Commissione ministeriale, chiamata, tra l’altro ad elaborare, per conto del ministro della Giustizia, una nuova legge elettorale per la componente togata del Csm». Legge elettorale che, prosegue Zanettin, «almeno secondo le intenzioni dichiarate, dovrebbe ridurre il potere delle correnti della magistratura».

«Mi piacerebbe sapere – sempre che la notizia non venga immediatamente smentita dall’interessato – a che titolo e per quale motivo l’attuale consigliere del Csm Giuseppe Cascini avesse voluto perorare con il rappresentante associativo di Magistratura indipendente Antonello Racanelli la “causa” del professor Luciani al fine di consentirne l’elezione, dapprima ad opera del Parlamento e, successivamente, tra tutti i componenti del Csm al fine di ottenere la carica di vicepresidente», il commento del giudice Andrea Reale, esponente di Articolo 101, il gruppo “anti correnti” nell’Anm. «I fatti narrati, ove veritieri, mi paiono di gravità inaudita: Possibile che passi tutto inosservato o sotto silenzio?», conclude Reale.

Va ricordato che non è noto il motivo per il quale Cascini avesse deciso di spingere su Luciani. Se fosse stata, quindi, una sua autonoma iniziativa o su indicazione del Pd o, ancora, dello stesso Luciani. In attesa che il ministro risponda, Luciani sta assistendo Michele Prestipino, il procuratore di Roma la cui nomina è stata bocciata dal giudice amministrativo, nei ricorsi al Consiglio di Stato e in Cassazione.