Che fatica, fino all’ultimo. All’ultimissimo secondo dell’anno la legge di bilancio è stata approvata al fotofinish dall’aula di Montecitorio, ieri sera, senza voto di fiducia come invece era stato necessario al Senato. Sotto agli occhi finalmente soddisfatti del ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, che consegna la seconda legge finanziaria in tredici mesi. Il voto a favore è arrivato con 200 sì, 112 no e 3 astenuti. La manovra stanzia in totale 28 miliardi di euro, con ‘impieghi’ per circa 32 miliardi (Manovra lorda).
Le dichiarazioni che hanno preceduto il voto, un’ora e mezza di confronto a tratti aspro, sono state accompagnate da cori opposti. L’ultima dichiarazione è stata affidata all’entusiasmo di Tommaso Foti (Fdi) che rivendica per il primo partito della maggioranza «oneri e onori» e poi si rifà a Filippo Tommaso Marinetti: «Ritti sulla cima del mondo, noi scagliamo, una volta ancora, la nostra sfida alle stelle!». L’enfasi nasconde tutte le tensioni che hanno fatto scricchiolare – nelle riunioni che hanno preceduto il voto – gli equilibri tra le tre ali del centrodestra di governo. Per la foto di fine anno, ad approvazione della legge di bilancio avvenuta, si affiancano a Giorgetti anche Antonio Tajani, Luca Ciriani e Gilberto Pichetto Fratin.

Manovra, gli ultimi emendamenti

Nell’ultima giornata di lavori, la maggioranza ha approvato diversi ordini del giorno anche dell’opposizione, dopo che ieri erano stati respinti tutti gli emendamenti: il testo approvato è così identico a quello uscito dalla Commissione del Senato la scorsa settimana, che aveva apportato in prima lettura, rispetto al testo uscito dal Consiglio dei ministri lo scorso 16 ottobre, significativi cambiamenti in varie aree, tra cui la tassazione sugli affitti brevi, l’incremento del bonus per pagare le rette agli asili nido, l’esonero parziale dei contributi previdenziali per alcune categorie di lavoratori, misure fiscali per il welfare aziendale, e altri provvedimenti per stimolare settori specifici come il turismo e a regolare la fiscalità su prodotti come sigarette e tabacchi da inalazione senza combustione.

Forza Italia e i malumori per la bocciatura del Mes

L’ultima giornata di schermaglie parlamentari del 2023 ha visto gli interventi della segretaria del Pd, Elly Schlein e oltre al già citato Foti, quello del capogruppo della Lega Riccardo Molinari, di Forza Italia Paolo Barelli, del M5S Francesco Silvestri, di Azione Matteo Richetti, di Nm Maurizio Lupi e i deputati Benedetto Della Vedova (+Eu), Luigi Marattin (Iv), Marco Grimaldi (Avs) e Dieter Steger (Autonomie).
Lo sforzo del capogruppo azzurro, Barelli, è consistito nel tenere nascosto il malanimo di Forza Italia verso la bocciatura del Mes e sulla soluzione accroccata del Superbonus – parzialmente ripescato – provando a fare buon viso a cattivo gioco. «Il Governo ha promosso una manovra di eccezione per agganciare la crescita e sostenere i redditi più bassi, che hanno subito maggiormente le crisi» internazionali che il Paese ha dovuto fronteggiare negli ultimi mesi. E ha raggiunto, «nonostante i gufi delle opposizioni», gli obiettivi del Pnrr. Più articolata l’analisi proposta da Luigi Marattin. L’economista, deputato di Italia Viva, ha illustrato le ragioni del No di IV alla legge di bilancio. «Votiamo no per una ragione di metodo e due di merito: nel metodo siamo arrivati alla seconda Camera senza poter discutere nulla perché al Senato vi siete incartati perché non sapevate come passare dagli slogan alla Gazzetta Ufficiale».

Ed ha aggiunto: «Gran parte di questa manovra è destinata alla conferma di tasse” e “non c’è nulla sulla priorità numero uno del Paese che è la crescita. Se questo Paese torna a crescere dello zero virgola va a sbattere, indipendentemente da chi è al Governo». Per il capogruppo del Movimento 5 Stelle alla Camera, Francesco Silvestri, “dopo una pandemia devastante, il Paese era un treno che aveva ricominciato a correre”, ma il Governo “l’ha fermato forzatamente”, facendo scendere “le famiglie e i lavoratori: quella che è scesa definitivamente è la vostra credibilità”. Per il segretario di +Europa, Benedetto Della Vedova, la manovra non ha “una strategia per la crescita. Avete fatto una legge di bilancio che porta più deficit e più debito”, ha detto rivolgendosi alla maggioranza.

Manovra, tutte le novità del 2024

Dell’intervento di Elly Schlein, brevi cenni dell’universo, basti ricordare la conclusione: «Ai nostri giovani vogliamo veder mettere in mano il futuro e non un fucile». E pazienza se il tema era un altro.
La Manovra a 32 miliardi lordi porta ad un aumento di 15,7 miliardi del deficit. Il resto delle coperture, circa 17 miliardi, arrivano da tagli alla spesa (8,6 mld) e maggiori entrate (8,5 mld). Il piatto forte della legge di bilancio è la conferma per il solo 2024 del taglio del cuneo contributivo di 6 punti percentuali per i redditi fino a 35.000 euro e di 7 punti fino a 25.000 euro che vale poco meno di 11 miliardi netti. La proroga consentirà ai lavoratori di non perdere il beneficio di circa 100 euro in busta paga (per i redditi di 27.500 euro lordi). A questo risultato si arriva con l’effetto combinato del taglio contributivo e dell’accorpamento delle aliquote al 23% fino a 28.000 euro derivante dal primo modulo della riforma dell’Irpef, approvato definitivamente dal Consiglio dei ministri di giovedì. Arrivano 100 milioni di euro per contrastare il disagio abitativo.

Le risorse verranno utilizzate per elaborare modelli sperimentali di edilizia residenziale pubblica. Con un emendamento è arrivato anche il chiarimento sull’applicazione della cedolare secca aumentata al 26% per gli affitti brevi. In particolare viene precisato che ai redditi derivanti da locazione breve si applica l’aliquota al 26%, ridotta al 21% per i redditi derivanti da contratti di locazione breve relativi ad una unità immobiliare individuata dal proprietario in sede dichiarazione dei redditi. Nel corso dell’esame al Senato sono state aumentate di circa 100 milioni di euro le risorse a favore del comparto sicurezza e difesa (per aumenti in busta paga, assicurazioni sanitarie integrative e per il trattamento previdenziale). Le opposizioni hanno incassato il via libera ad un emendamento unitario che prevede 40 milioni di euro per un pacchetto di interventi contro la violenza sulle donne. Pd, Avs, M5S, IV e Azione hanno deciso di destinare l’intera loro quota del fondo per le modifiche dei parlamentari a queste misure. Le risorse andranno a finanziare il reddito di libertà, i centri antiviolenza, la prevenzione e la formazione degli operatori.

Di quel che contiene la legge di bilancio vanno sottolineate le conferme di spesa, che in tempi di magra paiono già delle mezze conquiste. Tra queste, vengono riproposte e prorogate le regole relativa all’accesso al Fondo di garanzia per l’acquisto della prima casa. Sempre che inflazione e tassi dei mutui consentano ancora di acquistarne.

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Ph.D. in Dottrine politiche, ha iniziato a scrivere per il Riformista nel 2003. Scrive di attualità e politica con interviste e inchieste.