”Stiamo assistendo a uno spettacolo che la nostra comunità non merita” e ”Renzi ha spaccato il partito”. Non usa mezzi termini Luigi Marattin che continua la sua battaglia contro la svolta a sinistra decisa da Matteo Renzi e impressa a tutta Italia Viva, senza passare per congressi o discussioni formali. “Io non faccio politica così” ha ribadito il deputato di Iv.

Marattin non ci sta più: “Renzi ha spaccato Italia Viva”

Marattin, in un’intervista a Il Foglio, ha parlato sia della decisione di Renzi sul campo largo sia del sostegno ad Andrea Orlando, il candidato dem alle elezioni regionali in Liguria. Scelta che comporterebbe l’uscita dei membri di Italia Viva dalla giunta del sindaco di Genova Marco Bucci. “Posso dire che il metodo scelto da Renzi è assolutamente sbagliato. Non si può decidere di stare col centrosinistra a prescindere. E senza nemmeno discuterne prima nel partito. Dovremmo sostenere i candidati che più si avvicinano alla sensibilità liberal-democratica, valutando caso per caso”, dice Marattin. “Orlando è una persona perbene e intelligente, lo stimo. Però la pensa diversamente da me praticamente su tutto, dalla giustizia al lavoro passando per il fisco” ha aggiunto il deputato Iv, che poi ha proseguito: ”L’idea che per battere un avversario, ieri Berlusconi, poi Salvini e ora Meloni, occorra costruire coalizioni che hanno al loro interno posizioni opposte su tutto è un’idea che non mi appartiene più. Non si fa politica per non far vincere qualcuno, ma in nome di un’idea di paese sulla quale chiedere il consenso e costruire una proposta di cambiamento”.

Marattin: “Non sono solo, serve forza autonoma”

Marattin ci tiene a precisare che la sua non è una battaglia personale, anzi. “Non sono da solo. Circa 300 dirigenti territoriali di Iv e 100 ragazzi delle nostre scuole di formazione hanno firmato documenti di piena contrarietà. E poi ci sono tantissimi iscritti”. Il deputato quindi sventola l’idea di una scissione che ridurrebbe Italia Viva in macerie. Per l’ormai ex renziano “nel paese è ancora forte la domanda di un soggetto politico che dia rappresentanza a chi non vuole rassegnarsi alla missione impossibile di ‘moderare’ Meloni-Salvini e Schlein-Conte. Una forza che vuole esprimere una autonoma e ben delineata visione di società, in grado di prendere il consenso, smettendola di trattare gli italiani come bambini”. E per farlo serve “un processo politico che archivierà per sempre i partiti personali e metterà insieme le tante realtà che hanno voglia di costruire, e non di distruggere o di affermare individualità”.

Marattin esce da Italia Viva?

Alla domanda riguardo una sua possibile uscita formale dal partito, magari cercando appoggi con altre forze dell’area liberal democratica italiana come Azione di Carlo Calenda, Marattin rimane vago: ”Vedremo, ma la situazione è abbastanza chiara”. “Non è il mio progetto, ma quello di tanti. E le porte sono spalancate per chi sta in Azione. A condizione che sia un processo armonico e di costruzione, che dovrà prevedere a un certo punto un momento di contendibilità per la leadership. Ma prima della leadership, che non vuol dire ‘proprietà’, stavolta partiamo da idee e organizzazione”, conclude il deputato.

Redazione

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