Oltre 779 milioni di euro confiscati da parte della Guardia di Finanza ad Airbnb Ireland Unlimited Company nell’ambito di un’indagine della Procura di Milano per reati fiscali. Tre persone fisiche che hanno ricoperto ruoli di amministrazione all’interno dell’azienda tra il 2017 e il 2021 sono sotto inchiesta. Alla base ci sarebbe la presunta “stabile organizzazione” della società irlandese in Italia, con l’accusa di non aver pagato la cosiddetta “cedolare secca” su canoni di locazione breve per un totale di 3,7 miliardi di euro, ricevuti dagli ospiti delle strutture tra il 2017 e il 2021.

L’obbligo della società estera di trattenere la ritenuta alla fonte sui pagamenti degli affittuari ai locatori e di successivamente versare l’importo evaso è stato stabilito a seguito di pronunce della Corte UE e del Consiglio di Stato e la misura cautelare  è stata motivata dall’accusa di omessa dichiarazione fiscale commessa da Airbnb tra il 30 gennaio 2019 e il 30 gennaio 2023.

Da quanto emerso, la società non ha rispettato gli obblighi fiscali, evitando di dichiarare e versare (in qualità di sostituto d’imposta) la ritenuta del 21% (cedolare secca) su canoni di locazione breve per 3,7 miliardi di euro, pagati dagli ospiti delle strutture pubblicizzate sulla piattaforma.

Importi successivamente restituiti ai proprietari degli immobili, al netto della commissione di Airbnb.

Redazione

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