La comunicazione prima di tutto. E la premier continua a metterci una pezza. Prima la frase o il decreto equivoco, che lascia spazio a dubbie interpretazioni, poi il dietrofront con toni sicuri e parole chiare. Ancora una volta Giorgia Meloni ci ricasca. La premier per fortuna non deve mettere una pezza all’ennesima gaffe di un esponente del suo esecutivo (Lollobrigida e Sangiuliano in primis) ma è chiamata a correggere il tiro sull’eventuale referendum relativo alla riforma del premierato e quel “o la va o la spacca” che aveva fatto ipotizzare un passo indietro della stessa Meloni in caso di bocciatura della proposta.

Meloni e il referendum non ad personam…

Ospite a In Mezz’ora su Rai 3, Meloni fa chiarezza con Monica Maggioni: “Non mi fa paura l’idea del referendum e non lo considererò mai come ho già detto mille volte un referendum su di me”. Poi su quel “o la va o la spacca”, la premier prova a correggere il tiro: “Era perché mi hanno chiesto “Pensa che possa essere pericoloso, perché può portarle dei problemi se la riforma non passa?”. Chi se ne importa. Se la riforma non passa vorrà dire che gli italiani non l’avranno condivisa. Ma da questo a dire ‘Se perdo il referendum mi dimetto’ … No, guardate, non ci stiamo capendo. Io – assicura – arrivo alla fine dei miei cinque anni ed è lì che chiederò agli italiani di essere giudicata, quando avrò finito il mio lavoro”.

Per Meloni il premierato dà ai cittadini la possibilità di “scegliere da chi farsi governare e questo è un grande elemento di stabilità e non capisco
l’opposizione della sinistra a meno che non pensi di non vincere
mai più le elezioni… Se invece si pensa `Eh no perché la democrazia va bene ma se vince la sinistra´ questa non è la mia idea: “Una cosa è costituzionale se è di sinistra; la
democrazia va bene finché vince la sinistra” questa non è la mia idea di
democrazia ma purtroppo è quella che ormai ha la sinistra”.

Meloni: “Dimissioni Toti? Solo lui conosce verità”

Dal referendum sul premierato all’inchiesta in Liguria che vede il governatore Giovanni Toti agli arresti domiciliari dallo scorso 7 maggio. Meloni qui resta criptica. Non si esprime sulle dimissioni di Toti, anzi le dribbla passando la palla al diretto interessato: “Penso che solamente Giovanni Toti oggi sia nella posizione di dare una risposta a questa domanda perché solo lui conosce la verità e siccome io l’ho conosciuto per essere una persona che ha avuto a cuore la sua regione e i suoi cittadini penso che lui sia nella posizione di valutare cosa sia meglio per i cittadini della regione. Io finché non ho tutti gli elementi non posso dare una risposta seria a questa domanda”.

Toti, Meloni: “Troppi mesi tra richiesta e arresto”

Poi qualche sprazzo di garantismo. Meloni sottolinea di non aver avuto modo “di parlare con Giovanni Toti” e, in riferimento all’inchiesta, “per me è molto difficile riuscire ad avere un’idea compiuta su su questa storia. Quello che posso dirle a monte è che per il futuro mi piacerebbe, non per Giovanni Toti ma per qualsiasi italiano, che tra quando c’è una richiesta di misure cautelari e quando quella richiesta viene eseguita non passassero mesi perché se c’è il rischio di reiterazione di un reato allora bisogna fermare il rischio, non aspettare mesi e poi farlo in campagna elettorale anche perché tutto questo complica tutta la vicenda”.

Europee, Meloni apre all’estrema destra

In vista delle Europee e delle future alleanze al parlamento europeo, Meloni tiene aperte tutte le soluzioni, anche una possibile alleanza con l’estrema destra (con gli spagnoli di Vox il rapporto è idilliaco…). “Se sono disponibile a alleanze con l’estrema destra in Europa? Non do patenti di presentabili, sarà perché a me sono state date per una vita, queste cose le decidono i cittadini. Il mio obiettivo – assicura la leader di Fratelli d’Italia- è una maggioranza di centrodestra ed è quello di mandare la sinistra all’opposizione anche in Europa. Di sicuro non sono disposta a fare alleanze con la sinistra, tutto il resto si vede. Penso che le maggioranza arcobaleno producono solo compromessi al ribasso”.

Guerra a Gaza: “Iniziare a parlare ora dei due popoli due Stati”

Sulla guerra in Medio Oriente, Meloni ribadisce i punti cardine italiani e prova a strizzare l’occhio anche all’elettorato pro Palestina: “Penso che noi dobbiamo continuare a lavorare per un cessate il fuoco sostenibile, per il rilascio di tutti gli ostaggi, penso che dobbiamo scongiurare un ingresso israeliano a Rafah. Penso – aggiunge – che dobbiamo rafforzare l’autorità nazionale palestinese: è quello che ho detto ieri al primo ministro palestinese, è un passaggio fondamentale se si vuole costruire una prospettiva stabile e duratura, di pace anche per il Medioriente. Penso che l’Italia debba essere molto fiera del lavoro che ha fatto in questi mesi sul piano del sostegno umanitario”.

Poi l’iniziativa: “Sarebbe un errore se noi cominciassimo a parlare dei ‘due popoli due Stati’ quando e’ finita la crisi – ha sottolineato la premier -. Penso che uno dei modi per far finire la crisi sia cominciare a parlarne subito. E su questo l’Italia sta avendo un ruolo. E penso che su questo l’Europa possa avere un ruolo”. Infine ritiene “che si debba ribadire nei confronti di Israele la necessità di rispettare il diritto internazionale. Quello che io vedo è che Israele rischia di infilarsi esattamente nella trappola che i fondamentalisti avevano confezionato – osserva -: quella trappola era costringere Israele a una rappresaglia sul territorio di casa che fosse molto forte perché la strategia del fondamentalismo è storicamente quella di isolare Israele. Questo sta accadendo sul piano internazionale, sta accadendo nelle nostre opinioni pubbliche e credo che è per questo che si debba ribadire, anche nei confronti di Israele, la necessità di rispettare il diritto internazionale”.

Meloni contro Stoltenberg: “No truppe Nato in Ucraina”

Sulla guerra in Ucraina il passaggio interessante è sulle parole del segretario della Nato Stoltenberg: “Non ci sono piani per inviare truppe Nato in Ucraina perché l’Alleanza atlantica ‘non entrerà a far parte del conflitto. Non so perché Stoltenberg dice una cosa del genere, ma bisogna essere prudenti. La Nato deve essere ferma e senza incertezza, consiglio però maggiore prudenza”.

 

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