Un interrogatorio-maratona quello che ha visto oggi protagonista il governatore della regione Liguria, Giovanni Toti, finito ai domiciliari lo scorso 7 maggio nell’ambito di una inchiesta che lo vede accusato di corruzione. Dopo essersi avvalso della facoltà di non rispondere nel corso dell’interrogatorio di garanzia avvenuto pochi giorni dopo l’inchiesta della procura di Genova, Toti ha approfondito le accuse e, in compagnia del suo legale, Stefano Savi, dopo giorni di attesa è arrivato nella mattinata del 23 maggio nella caserma della Guardia di Finanza nel porto di Genova per rispondere alle oltre 100 domande (180 per Repubblica e Corriere) dei magistrati che hanno coordinato l’inchiesta: i sostituti procuratori Federico Manotti e Luca Monteverde, e l’aggiunto Vittorio Ranieri Miniati. Toti nei giorni scorsi dovrà poi capire se rassegnare le dimissioni o, in caso di revoca degli arresti domiciliari, proseguire nel ruolo di governatore in vista delle prossime tappe giudiziarie.

Un interrogatorio iniziato intorno alle 11 di questa mattina e conclusosi dopo le 19. I pm vogliono fare chiarezza su finanziamenti ricevuti da alcuni imprenditori, tutti in verità cristallizzati dal Comitato Giovanni Toti. Finanziamenti ricevuti non solo da Aldo Spinelli e Francesco Moncada, ma anche dal re delle discariche Pietro Colucci e da altri imprenditori. Le altre domande riguardano il presunto voto di scambio.

Le accuse a Toti

L’accusa, ovvero la procura di Genova, contesta a Toti un grosso giro di tangenti volto a favorire l’imprenditore del porto Aldo Spinelli e il gruppo Esselunga. Nel caso di Spinelli in cambio del rinnovo della concessione trentennale del Terminal Rinfuse oltre ad altre assegnazioni. In quest’ottica Toti avrebbe ricevuto, 74.100 euro, soldi regolarmente denunciati e finiti sul conto corrente del “Comitato Giovanni Toti-Liguria” nato nel 2015 e impegnato a raccogliere fondi per le campagne elettorali dell’attuale governatore ligure.

Nel caso di Esselunga, le tangenti che avrebbe ricevuto Toti miravano a sbloccare due pratiche riguardanti l’apertura di altrettanti punti vendita del gruppo a Sestri Ponente e Savona. Secondo la ricostruzione della procura, il governatore con il suo capo di gabinetto Matteo Cozzani, è anche accusato di “aver accettato la promessa” del consigliere di amministrazione di Esselunga Spa Francesco Moncada “di un finanziamento illecito”, ovvero ci sarebbe stato un “pagamento occulto di alcuni passaggi pubblicitari sul pannello esposto sulla Terrazza Colombo” per la campagna delle comunali di Genova nel giugno 2022 (dove vinse Marco Bucci del centrodestra). Parliamo di Esselunga, leader nel settore della grande distribuzione con oltre 170 punti vendita tra Lombardia, Veneto, Piemonte, Emilia-Romagna, Toscana, Liguria e Lazio.

Voto di scambio: ‘ben’ 400 voti

Riguardo l’accusa di voto di scambio, Toti dovrà chiarire ai pm i presunti rapporti del suo capo di gabinetto, Matteo Cozzani (indagato per voto di scambio con l’aggravante mafiosa) con i gemelli Testa che in occasione delle regionali del 2020 controllavano nel quartiere Certosa la bellezza di 400 voti…

Domande anche sul presunto interessamento di destinare una parte della spiaggia pubblica di Punta Olmo, a Celle Ligure, a uso privato per i 42 appartamenti preventivati dal sciò Aldo Spinelli. Cosa poi mai avvenuta.

Soldi sul conto personale pagati per risarcire Paita

Altro aspetto da chiarire, ed emerso negli ultimi giorni, è quello relativo ai circa 55mila euro finiti in tre tranche sul conto corrente personale di Toti tra il 10 giugno e il 2o ottobre 2022 (dunque tra le amministrative le politiche di quell’anno). Soldi partiti dal conto corrente del Comitato lista Toti e utilizzati dal governatore, stando alla spiegazione del legale Stefano Savi, per pagare i 25 mila euro di risarcimento a Raffaella Paita, attuale senatrice di Italia Viva, per diffamazione dopo alcune frasi comparse sui social e in altre rilasciate nel corso di interviste.

Redazione

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