Tarallucci e vino
Meloni fa retromarcia sui manganelli: “Ce l’avevo con la sinistra, non con Mattarella”. Il goffo tentativo di buttarla in caciara
“Penso che sia molto pericoloso togliere il sostegno delle istituzioni a chi ogni giorno rischia la sua incolumità per garantire la nostra”. Le parole di Giorgia Meloni all’indomani dell’assalto di 50 anarchici ad una pattuglia per liberare un migrante, e soprattutto degli scontri di Pisa tra studenti, minorenni (manifestanti per la Palestina), e la Polizia che li aveva respinti a colpi di manganellate lo scorso 23 febbraio, avevano fatto senz’altro discutere. Dichiarazioni che almeno in un primo momento sembravano in netto contrasto con quelle del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che aveva così condannato il loro comportamento: “L’autorevolezza delle Forze dell’ordine non si misura sui manganelli ma sulla capacità di garantire sicurezza tutelando, al contempo, la libertà di manifestare pubblicamente opinioni. Con i ragazzi i manganelli esprimono un fallimento”.
La retromarcia di Giorgia
La premier torna sull’argomento. Lo fa nell’occasione della sua visita ufficiale a Toronto, e a seguito dell’incontro con Justin Trudeau. Al termine della sessione, durata circa trenta minuti, la presidente del Consiglio ha nuovamente toccato le polemiche degli ultimi giorni, chiarendo la sua posizione in merito a quanto sembrava essere un dibattito con il Capo dello Stato sulla questione, ribadendo che il Quirinale “comunica le proprie opinioni senza filtri quando è necessario” e che la sua presa di posizione non era riferita alle parole di Mattarella. “Ce l’avevo con la sinistra. Sempre capace di criticare quando le cose vanno male, ma mai capace di difendere le forze dell’ordine”.
Il fraintendimento – secondo la versione della Premier – è dunque nella parola ‘Istituzioni’. Se la parola ‘Istituzioni’ può davvero essere riferita al ramo d’opposizione del parlamento. Ma la retromarcia è evidente. “Certo – continua – è meglio non utilizzare i manganelli, bisogna valutare eventuali errori — che probabilmente ci sono stati — ma non spetta a me farlo”.
Poi ancora dichiarazioni di facciata. Ha ribadito che i suoi rapporti con il presidente della Repubblica sono eccellenti e ha denunciato un presunto tentativo di creare divisioni tra Palazzo Chigi e il Quirinale al fine di screditare la riforma del premierato. Tarallucci e vino per chi, sui fatti di Pisa, vorrebbe presto passare oltre.
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