"De che devo parlà?”
Giorgia Meloni a Washington per il vertice con Biden: professione serial speaker
Giorgia Meloni è, sia detto senza alcuna avversione, una serial speaker: la metti davanti al microfono e lei ti chiede: “De che devo parlà?” Tu dici: “Relazioni italo-americane dopo l’incontro di stamattina con Biden”. E lei parte con mestiere aprendìdo en la calle, ma sempre con te stesse parole. Inevitabili.
Incontrerà anche i canadesi, così come in questo giro partito da Kiev dove Macron le ha dato una buca che lei ha restituito spedendo a Parigi Tajani al suo posto, dove il presidente francese – tanto per dare una scarica d’adrenalina all’Unione – ha proposto di andare a fare tutti la guerra boots on the ground. Amen.
Adesso gli americani. Che dire? C’eravamo – anzi ci siamo – sempre amati. Il che è vero a corrente alternata, ma adesso per fortuna è davvero il momento delle scelte irrevocabili e bisogna che tutti dicano da che parte stanno (pur con linguaggio non enfatico). Ma la presidente del Consiglio ha ripetuto – a Navalny ancor caldo – che noi, intesi come Italia, stiamo dalla parte dell’Occidente. Va detto a merito della Meloni, alla quale gli americani riconoscono di essersi andata a lavorare Orban con la scusa che sono amici, di aver portato a casa il sì alla Svezia nella Nato.
Frasi fatte
E poi Giorgia ha dato la solita lisciatina ai congressisti con cognomi italiani. E allora vai con gli Italo americani fra i luoghi comuni pericolosissimi in cui devi essere capace di dire che “lo sviluppo di questa grande democrazia riconosciuto da tutti nel nostro Paese è molto amato, guardato con grande attenzione e rispetto, e quindi i nostri legami bilaterali sono radicati nella storia della cultura, nell’identità di questa nazione, nella nostra cooperazione economica che – come ricordava col presidente Biden – è estremamente solida. Abbiamo condiviso lo stato eccellente delle relazioni tra le nostre nazioni, con contatti assidui, con il coordinamento estremamente proficuo in particolar modo nel momento come quello che stiamo attraversando”.
“What the hell he wants”
Pausa: un bel respiro. Tutto bene per carità, si tratta solo di dire che noi stiamo con gli Stati Uniti insieme all’Europa e che facciamo gli scongiuri alla sola idea che Trump possa succedere a Biden e chiedere, come ha fatto una settimana fa a Putin, di fargli la cortesia di invaderci e fare di noi quel c*zzo che gli pare “what the hell he wants”. E meno male che Giorgia ha ripetuto che quando è iniziata l’aggressione russa contro l’Ucraina in molti scommettevano (come probabilmente faceva proprio chi muoveva l’aggressione), sul fatto che l’Occidente non sarebbe stato poi così capace a rimanere unito.
Per ora, regge.
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