“Il governo italiano intende promuovere, in seno al Consiglio europeo, questo tipo di approccio nei confronti delle altre Istituzioni europee e una maggiore coesione fra i leader europei. Non è, questo, nella famiglia europea il tempo per dividersi o per lasciarsi dividere“. È quanto affermato dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte durante le sue comunicazioni alla Camera in vista del prossimo Consiglio europeo, presentando ai deputati la risoluzione di maggioranza sul Mes che l’aula deve votare prima del Consiglio previsto per domani e dopodomani.

La risoluzione al termine del dibattito parlamentare alla Camera è stata approvata con 291 voti favorevoli, 222 contrari e nessun astenuto.

L’INTERVENTO DI CONTE – “Come ho sottolineato nella mia informativa del 2 dicembre – ha ricordato il premier Conte – il Mes non è indirizzato contro un particolare Paese o costruito a vantaggio di alcuni Paesi e a scapito di altri… ma è una assicurazione contro il pericolo di contagio e panico finanziario a vantaggio di tutti’. In particolare l’Italia non ha nulla da temere anche perché il suo debito è pienamente sostenibile, come dimostrano le valutazioni delle principali istituzioni internazionali, inclusa la Commissione, e come confermano i mercati”.

“La revisione del trattato sul Mes – ha puntualizzato Conte nel suo intervento – non apporta modifiche sostanziali al trattato già esistente e non introduce, ed è nostra ferma intenzione che questo non accada, alcun automatismo nella ristrutturazione del debito di uno Stato, ma lascia alla Commissione europea il fondamentale ruolo di valutarne la sostenibilità e di assicurare la coerenza complessiva delle analisi macroeconomiche effettuate sui Paesi membri”.

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Per il premier, “la maggiore complessità politica emersa alle elezioni europee suggerisce una ancor maggiore coesione fra i Capi di Stato e di governo che compongono il Consiglio europeo. Quest’ultimo deve infatti fornire un indirizzo politico chiaro e pragmatico riguardo alle sfide che il continente ha di fronte e deve assicurare, al contempo, più efficacia e intensità nell’impulso e nel sostegno alla Commissione europea e nel dialogo col Parlamento europeo, anche nella prospettiva del rafforzamento del potere di iniziativa legislativa di quest’ultimo”.

LE ACCUSE DALLA LEGA –  Durissimo l’intervento di Claudio Borghi nel dibattito dopo le comunicazioni del premier, Giuseppe Conte, prima del Consiglio europeo di domani e dopodomani. Ricordando l’informativa del 2 dicembre sul Mes, l’esponente del Carroccio si è rivolto al premier affermando: “Dicendo di averci informato, lei ha umiliato e offeso anche Di Maio, che le sedeva accanto imbarazzato”. E ancora: “Ma chi credeva di prendere in giro? Noi abbiamo seguito la trattativa e il mandato che ebbe era uno: l’italia non avrebbe mai firmato quel Trattato. Glielo dissero Salvini e Di Maio”, aggiunge. “Cosa non capiva?”, domanda ancora Borghi. Aggiungendo: “Ma che bello sarebbe stato se Di Maio si fosse alzato e le avesse detto ‘piantala, bugiardo’. Infatti oggi non c’è in aula”.

LA RISOLUZIONE – La risoluzione presentata dalla maggioranza giallo-rosso chiede di “mantenere la logica di pacchetto (Mes, Bicc, Unione bancaria) alla quale accompagnare ogni tappa mirata ad assicurare l’equilibrio complessivo dei diversi elementi al centro del processo di riforma dell’Unione economica e monetaria, approfondendo i punti critici”. Inoltre impegna il governo a “escludere interventi di carattere restrittivo sulla detenzione di titoli sovrani da parte di banche ed istituti finanziari e comunque la ponderazione dei rischi dei titoli di Stato attraverso la revisione del loro trattamento prudenziale, ed escludendo le disposizioni che prevedono una contribuzione degli istituti finanziari all’Edis in base al rischio di portafoglio dei titoli di Stato. Inoltre, proporre nelle prossime tappe del negoziato sull’Unione bancaria l’introduzione (a) dello schema di assicurazione comune dei depositi (Edis), (b) di un titolo obbligazionario europeo sicuro (cosiddetto common safe asset–ad esempio eurobond) e (c) di una maggiore ponderazione di rischio delle attività di livello 2 e livello 3 (strumenti maggiormente illiquidi), che sia legata al loro grado di concentrazione sul totale degli attivi del singolo istituto di credito”.

L’ACCORDO NELLA MAGGIORANZA – Il via libera sulla risoluzione comune tra le varie anime del governo è arrivato nella notte. Fonti del Movimento 5 Stelle avevano fatto trapelare prima dell’intervento del premier che “la logica di pacchetto è stata confermata, ci sarà un nuovo round in parlamento a gennaio, prima del prossimo Eurogruppo”. Le stesse fonti avevano garantito che “ci sarà il pieno coinvolgimento del Parlamento prima dei prossimi passi sul Mes. Ogni decisione verrà presa ascoltando le Camere, non firmeremo nulla al buio”. Viene chiesto inoltre di “assicurare la coerenza della posizione del governo con gli indirizzi definiti dalle Camere, e il pieno coinvolgimento del Parlamento in tutti i passaggi del negoziato con una procedura chiara di coordinamento e di approvazione”.

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