L'attacco
Mes, Renzi a Forza Italia: “Con l’astensione tradite la linea di Berlusconi”

Il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, è intervenuto in aula al Senato durante la dichiarazione di voto sulla fiducia al ddl bilancio. Dopo l’astensione di Forza Italia al voto sul Mes, ieri alla camera, nel suo discorso l’ex Premier ha ricordato al partito di Tajani il tradimento alla vocazione europeista di Berlusconi: “Il Mes era per voi la conclusione dell’accordo sul patto di stabilità, è saltato, e saltando si è prodotta una divisione. Non ho niente da dire né a Fratelli d’Italia né alla Lega, che negli ultimi anni avevano sempre detto che non lo avrebbero votato. Ma a Forza Italia – precisa Renzi – voglio dire che il voto sul MES di astensione tradisce la sua storia, che a livello europeo nasce quando Berlusconi decise di portare il suo partito nel PPE, scelta che fu lungimirante perché ancorò Forza Italia all’europeismo. Io – pur non votandolo – ho sempre riconosciuto a Berlusconi la capacità di interpretare questo orientamento. Con il voto di astensione sul Mes state tradendo la sua identità politica e culturale, e dovreste vergognarvi davanti al Partito Popolare europeo”.
Renzi: “Legge di Bilancio sbagliata nel metodo, dopo le europee sarà necessaria manovra correttiva”
Nel suo intervento Renzi ha ricordato che IV voterà contro la legge di bilancio, contaminata da una visione dell’Europa e del mondo “diversa” da quella del suo partito. Nelle dichiarazioni di voto ha aggiunto: “Meloni ha chiuso la campagna elettorale dicendo in Europa la ‘pacchia è finita’, dalla pacchia siete passati al pacchetto, il pacchetto non vi ha funzionato e vi hanno dato il pacco, a quel punto con il Mes è arrivata la ripicca. Pacchia, pacchetto, pacco, ripicca: la politica del governo Meloni spiegata in quattro parole. La legge di Bilancio inoltre – precisa Renzi – è sbagliata nel metodo prima che nel merito e dopo le europee sarà necessaria una manovra correttiva da 17-18 miliardi”. E accende così i riflettori su un problema nella separazione dei poteri: “Si è accettato il diktat del presidente del Consiglio di non presentare emendamenti con una procedura che è scandalosa, visto che mai un presidente del Consiglio si è permesso di dire di non farlo. Eppure quando Meloni quando era all’opposizione urlava contro il governo dicendo che la democrazia parlamentare era a rischio perché non c’era tempo per discutere”.
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